Itinerario 01.11

01.11 Cantarana - Balma del Messere - Area Attrezzata La Cappelletta

Cantarana (780 m) - Balma del Messere (940 m) - Licatti (920 m) - Area Attrezzata La Cappelletta (952 m)

+240 / -68

Dislivello [m]

0:50

Tempo [h:mm]

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Distanza [m]

E/EE 

Difficoltà

Tipologia

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Periodo consigliato [mese]

In passato probabile base di appoggio per le bande di predoni saracene che hanno infestato la valle per circa un secolo, la "Balma del Messere" è una grossa cavità naturale, chiusa da un enorme muro in pietra. Un esile sentierino, purtroppo mal segnalato, consente di raggiungerla e di proseguire con un breve quanto inaspettato traverso su una cengia rocciosa a strapiombo sull'Orrido di Prale.

Carta schematica - Itinerario 01.11

Mappa su base CTR Piemonte

A Da Cantarana (780 m) a: Dislivello [m]
(andata e ritorno)
Tempo [h:mm]
(andata e ritorno)
Distanza [m]
(andata e ritorno)
Difficoltà Segnavia
B Area Attrezzata La Cappelletta (952 m) +240 / -68
(+308 / -308)
0:50
(1:30)
-
(-)
E/EE (1) -

(1) EE nel tratto da Balma del Messere a Licatti.

Il percorso ha inizio sulla strada sterrata a sinistra (proveniendo da Cantarana) del ponte sul Fiume Tanaro. La strada sterrata scende fin sulle rive del fiume, dove attraversa subito un piccolo ruscello. Si prosegue lungo la destra orografica del fiume per circa 200m, per poi imboccare un sentiero che si stacca sulla destra (indicazione non troppo evidente su un albero). Il sentiero sale con ampi tornanti nella pineta e raggiunge un traliccio di un elettrodotto. Dopo un breve traverso 1, una seconda serie di tornati, più stretti e ripidi, sale fino al piccolo spiazzo antistante la Balma del Messere (anche nota come Grotta dei Saraceni) 2345.

Campagne di scavi tra il 1979 e il 1982 (le buche sono ancora visibili all'interno della grotta) hanno portato al ritrovamento di reperti che dimostrano la presenza umana nella grotta già in epoca neolitica. La realizzazione del muro esterno in pietra e malta, di buona fattura e dallo spessore di circa 70cm. alla base, si fa tuttavia risalire al X secolo, periodo legato alle incursioni Saracene in Valle (la storiografia recente pare collegare la presenza di orde di predoni ai Saraceni provenienti da Frassineto, località nei pressi dell'attuale Saint-Tropez). Sia sull'utilizzo della caverna, per scopi civili o militari, sia sulla presenza di strutture divisorie interne non vi è certezza. Alcuni elementi, come le aperture sul muro ad alcuni metri da terra, o la sporgenza del muro stesso verso l'interno lungo tutta la sua lunghezza, fanno pensare ad una struttura lignea per la suddivisione della cavità in almeno due piani. Le strette aperture alla base del muro, con strombature verso l'interno, ricordano infine le feritoie usate in più recenti costruzioni fortificate. Nonostante i suoi misteri, comunque, la Balma del Messere resta uno dei più significativi esempi di cavità murate dell'intero arco alpino.

[La Grotta dei Saraceni, pp.85-114]

La denominazione "Balma del Messere" fa riferimento al Marchese Aleràmo (il "messere"), che la tradizione vuole abbia vissuto nella grotta in questione. La leggenda ha inizio con il pellegrinaggio di due nobili franchi verso Roma. I due ebbero un figlio, Aleràmo, durante il viaggio. Non potendolo portare con loro, lo lasciarono in custodia ad una nutrice presso i signori di Sezzadio (AL). I genitori naturali del bimbo morirono durante il viaggio, sicchè il piccolo Aleràmo fu allevato dai signori locali ed infine inviato alla corte dell'Imperatore Ottone I il Grande. Invaghitosi di Adelasia, figlia dell'Imperatore, e temendo le ire di quest'utlimo, Aleràmo decise di fuggire con l'amata vestendosi solo di pochi stracci per non farsi riconoscere. Per campare, Aleràmo imparò il mestiere del carbonaio, andando a vendere il carbone nella città di Albenga dalla vicina Val Tanaro. Anche le leggende a questo punto discordano: sia che abbia salvato un nipote dell'Imperatore nella battaglia contro i bresciani, sia che abbia salvato l'Imperatore stesso venuto in Valle a combattere i Saraceni, la sorte volse a favore dei due innamorati. Colpito dalle gesta del giovane, infatti, l'Imperatore perdonò la figlia Adelasia e insignì Aleràmo del titolo di Marchese del Monferrato, "principe carbonaio".

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Tornati sui propri passi per una cinquantina di metri, si deve individuare il poco evidente sentierino che si stacca sulla sinistra e si addentra 67 nell'Orrido di Prale, strettissima e profonda gola dalle pareti verticali scavata dall'omonimo Rio di Prale. Con percorso in salita, non difficoltoso ma esposto, il sentiero supera la gola, proseguendo poi a mezzacosta quasi pianeggiante fino alla borgata Licatti 89. Di fronte al lavatoio (fontana) della borgata, un bel sentiero scende ad attraversare su ponticello in legno il Rio di Prale. Oltre il ponte, si prende il sentiero sulla destra che sale con pochi ampi tornanti ad una cappelletta votiva. Qui, in posizione panoramica, si trovano una fontana e l'Area Attrezzata La Cappelletta 10, ottima per merende e picnic.

Accessi

Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino ad Ormea e quindi Cantarana. A Cantarana si svolta a sinistra in direzione di Prale. Subito oltre il ponte sul Fiume Tanaro si lascia l'auto (alcuni slarghi ai margini della strada).

Note

Il tratto di sentiero tra la Balma del Messere e Licatti, pur senza particolari difficoltà, si snoda abbastanza esposto sull'Orrido di Prale. Se ne sconsiglia la percorrenza a persone non esperte di montagna.
Dall'area attrezzata, anzichè ripercorrere a ritroso il sentiero, si consiglia il ritorno lungo la strada asfaltata che scende a Cantarana.

Pernottamento

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Cartografia

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Ultimo aggiornamento

Attenzione! L'ultimo sopralluogo effettuato risale a molti anni fa. Il sentiero può aver subito variazioni, risultare danneggiato o anche non più percorribile!

Ultimo sopralluogo: Estate 2007

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Ezio

giovedì 18 ottobre 2018

[ 95.244.*.*]

Il sentiero è molto ben segnalato, fa parte dell'Anello di Ormea. Nei pressi della Balma sono stati inseriti due pannelli che spiegano i possibili utilizzi storici della caverna. Il sentiero prosegue per Bavi, Bossi, Bossitea, Ormea.

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6 - Il sentiero si avvicina all'Orrido di Prale (2007)
6 - Il sentiero si avvicina all'Orrido di Prale (2007)
7 - Semprevivo (<i>Sempervivum montanum</i>) (2007)
7 - Semprevivo (Sempervivum montanum) (2007)
9 - Tipiche abitazioni in pietra a Licatti (2007)
9 - Tipiche abitazioni in pietra a Licatti (2007)
4 - La Balma del Messere (o Grotta dei Saraceni) (2007)
4 - La Balma del Messere (o Grotta dei Saraceni) (2007)
3 - Dall'interno, risultano ancor più evidenti le notevoli dimensioni della cavità naturale e del muro che la chiudeva (2007)
3 - Dall'interno, risultano ancor più evidenti le notevoli dimensioni della cavità naturale e del muro che la chiudeva (2007)
1 - Panorama dal sentiero nel tratto di pineta (2007)
1 - Panorama dal sentiero nel tratto di pineta (2007)
8 - Le prime case della Borgata Licatti (2007)
8 - Le prime case della Borgata Licatti (2007)
2 - L'ingresso, sormontato da un doppio arco in pietra, sul lato sinistro della grotta (2007)
2 - L'ingresso, sormontato da un doppio arco in pietra, sul lato sinistro della grotta (2007)
10 - Panorama sull'Alta Val Tanaro dall'Area Attrezzata La Cappelletta (2007)
10 - Panorama sull'Alta Val Tanaro dall'Area Attrezzata La Cappelletta (2007)
5 - Panorama sulla Val Tanaro dallo spiazzo antistante la grotta (2007)
5 - Panorama sulla Val Tanaro dallo spiazzo antistante la grotta (2007)