Itinerario 15.03

15.03 Il Sentiero dei Sarvanot: Rore - Tumpi la Pisso - Rore

Il Sentiero dei Sarvanot: Rore (880 m) - Tumpi la Pisso (1030 m) - Pilone del Castello (1006 m) - Rore (880 m)

+216 / -216

Dislivello [m]

1:00 - 1:10

Tempo [h:mm]

2643

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Un giro nel bosco, a fianco del torrente, fino ad una spumeggiante cascata ma... attenzione, non sarete mai da soli: i Sarvanot saranno lì ad osservarvi quando meno ve lo aspettate. Oltre la cascata, l'anello prosegue con un passaggio leggermente aereo (ma ben protetto) e termina con una delle ben note panchine giganti affacciata sull'abitato di Rore.

Carta schematica - Itinerario 15.03

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 15.03
A Da Rore (890 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Tumpi la Pisso (996 m) +111 / -5 0:25 1085 T =
C Rore (890 m) +216 / -216 1:00 - 1:10 2643 E = » U01

Nei pressi del negozio di alimentari a Rore (890 m), si incontra a sinistra una stradina asfaltata, che costituisce la partenza del Sentiero dei Sarvanot 5, abbondantemente segnalato (indicazioni per Tumpi la Pisso).
La stradina diventa subito sterrata e si restringe passando tra le case. Dopo una trentina di metri, presso una bella fontana, si svolta a destra in salita: si esce dalla borgata e ci si immette su una ampia mulattiera inerbita.
La si segue verso sinistra e si lascia poco oltre, a destra, il sentiero diretto a Dragoniere e al Castello (oltreché alla panchina gigante).

Questo sentiero verrà utilizzato per chiudere l'anello, quindi anche i 'collezionisti' di panchine giganti non devono preoccuparsi di compiere la deviazione.
I toponimi Dragoniere e Castello, utilizzati in italiano in questa descrizione, sono riportati nella denominazione locale su buona parte della segnaletica: Draguniere e Ciastel.

La mulattiera, immersa nel bosco, supera il canale di alimentazione della centrale idroelettrica di Brossasco, si sposta sulla destra idrografica del Rio Cantarana attraversandolo su un guado di pietra e cemento, stacca due sentieri sulla sinistra e ritorna in destra idrografica su un analogo guado.

Progettato e realizzato tra il 1935 e il 1943, il complesso sistema idroelettrico della Val Varaita si inquadra nel progetto di autosufficienza nella produzione energetica (e non solo) di epoca fascista. Il sistema consta di tre centrali idroelettriche ( Casteldelfino, Sampeyre e Brossasco), alimentate grazie a canalizzazioni in galleria, condotte forzate e bacini di accumulo, il più alto dei quali è il Lago di Pontechianale. Il "salto" complessivo che ne risulta è di circa 1000 metri, equamente suddiviso fra le tre centrali.
Sia sul Rio Cantarana che sul Rio Rore, i valloni incassati hanno impedito la realizzazione in galleria della canalizzazione che alimenta la centrale di Brossasco: pertanto l'acqua scorre su canali aperti. Dopo essere stato ostruito da detriti durante l'alluvione del 1945, il lungo canale sul Rio Rore venne chiuso con una soletta, sia per evitare il ripetersi del problema sia per ragioni di sicurezza.

[Pannello informativo in loco]

Appena oltre il torrente si incontra un tavolo da pic-nic e la mulattiera, che s'innalza un poco più ripida, si trasforma in sentiero. Una svolta decisa a destra permette di raggiungere un vicino sentiero soprastante, che si segue verso sinistra (a destra si andrebbe verso il Castello).
Un agevole mezzacosta porta all'"Ufficio Turistico" 6, punto di sosta obbligato che, con pannelli informativi, introduce al mondo fantastico dei "Sarvanot" 2.

Figura mitologica diffusa nelle vallate alpine con diverse sfacettature, il 'Sarvanot' 719 è un folletto abitante dei boschi delle vallate alpine e non solo. Piccolo di statura, dall'aspetto umano ma bruttino e peloso, ha piedi caprini, è intelligente ed estremamente permaloso. Schivo, spesso attivo di notte, si rintana volentieri sotto le radici degli alberi o negli anfratti delle rocce. Quando ne esce, manifesta la sua natura allegra e burlona, divertendosi a fare dispetti agli uomini.
E' curioso notare come, nelle vallate più meridionali della Provincia, il Sarvanot assuma le sembianze del più rude 'Servan', uomo selvatico assai difficile da avvicinare, detentore di conoscenze e segreti su quasi tutte le attività umane legate alla montagna, che i valligiani tuttavia non riescono mai a farsi rivelare.

[-][Piemonte Parchi, n.137, pp.46-47]

Superato il punto informativo, due bei ponti in legno (il primo molto lungo) portano prima sulla destra 8 e quindi nuovamente sulla sinistra idrografica del Rio Cantarana. Con una breve ripida rampa si arriva alla testata dell'incassata valletta, chiusa da un salto roccioso: qui si incontrano il bivio a destra per Dragoniere e Castello e, a sinistra, l'ennesimo ponte in legno 3 che porta ad ammirare la piccola ma spettacolare cascata di 'Tumpi la Pisso' (996 m, 0:25 ore da Rore) 4.

Il nome di questa prima parte dell'itinerario deriva dalla località appena raggiunta: 'Tumpi' indica una profonda pozza, mentre 'Pisso' significa appunto cascata.

[Piemonte Parchi]

Dopo la tappa obbligatoria alla cascata, si torna all'ultimo bivio incontrato e si comincia una salita ripida, con stretti tornanti, che conduce alla base del salto roccioso che sbarra la valle. Con un percorso leggermente aereo, ma ben protetto verso valle da funi metalliche e robusti pali, si continua l'ascesa a strette svolte per poi uscire dal tratto roccioso attraverso un intaglio. La salita tuttavia non è terminata: il sentiero prosegue deciso a inerpicarsi sui fianchi di un ripido pendio e si immette su un sentiero pianeggiante.
Lasciato a sinistra il ramo per il Colletto Morero, si prende a destra per Rore. Con leggera discesa, sempre nel bosco ma ormai fuori dalla profonda forra del Rio Cantarana, il sentiero raggiunge il crinale ed un bivio (privo di indicazioni!): si ignora la diramazione di sinistra per Dragoniere, e si continua innanzi.
In discesa più marcata, si arriva ad un punto panoramico su un salto roccioso affacciato su Rore; qui il sentiero svolta bruscamente a sinistra e si cala nel vallone del Torrente Rore per aggirare il salto di roccia con due lunghi traversi su ripidi pendii. Tornato sul crinale, di nuovo agevole, il sentiero scende su divertenti roccette affioranti fino alla piccola radura che ospita il Pilone del Castello (1006 m circa) 10 e un tavolo da pic-nic.
Alcune decine di metri oltre il pilone si trascura il bivio a sinistra per Puy superiore e, subito dopo, presso un altro tavolo da pic-nic, si incontra un trivio: a destra si scende di nuovo verso Tumpi la Pisso, di fronte si raggiunge il poggio del Castello (indicazioni per Scasasso), a sinistra si continua per Rore.

Seguendo l'indicazione Scasasso, in pochi metri si arriva ai resti di un muro in pietra, con due strette feritoie. I ruderi delimitano un'area vagamente quadrangolare sul crinale che si affaccia su Rore in posizione di dominio, posta lungo l'antica via di comunicazione tra il capoluogo e le borgate che gravitavano attorno ad esso.
Il manufatto, nominato come castrum in un documento del 1905, pare fosse la residenza di un signorotto locale, distrutta da una ribellione della popolazione locale; altre teorie parlano di un vero e proprio castello o anche di un convento. Quale che sia la verità sull'edificio, le leggende ad esso legate si sono moltiplicate, incluso quella che menziona un prezioso tesoro nascosto tra le rocce, a lungo cercato e mai rinvenuto.

[Pannello informativo in loco]

Imboccata quest'ultima direzione, la discesa prosegue lungo il crinale con alcuni tornanti su un comodo sentiero; si arriva così alla panchina gigante, in splendida posizione su Rore 111213.
Si aggira la panchina verso destra si arriva subito al bivio per Dragoniere e Castello incontrato alla partenza. Da qui, con percorso a ritroso, si torna a Rore (890 m, 0:35 - 0:45 ore da Tumpi la Pisso).

Doverosa la menzione dell'associazione "Lu Rure", curatrice dell'itinerario e della sua manutenzione.

Sono parecchi gli esemplari di rovere (Quercus petraea) che si incontrano lungo tutto il sentiero. Quest'albero, in dialetto chiamato 'rure' e dal quale la borgata prende il nome, è una imponente e longeva quercia, in grado di vivere per centinaia di anni e raggiungere altezze superiori ai 30m. In montagna è più difficile rinvenire esemplari di grosse dimensioni in quanto il bosco di rovere veniva sfruttato sia per il legname, ottimo come combustibile, sia per le frasche, che costituivano un alimento per il bestiame. Oggigiorno, il legno di rovere è molto apprezzato per la produzione di mobili di pregio.

[Alberi, Funghi e Frutti] [Alberi e arbusti] [Alberi d'Europa]

Accessi

Da Costigliole Saluzzo si risale la Valle Varaita fino a Rore, dove si lascia l'auto. Il sentiero ha inizio dietro all'Albergo degli Amici.

Note

Dalla località 'Tumpi la Pisso' la salita prosegue su uno stretto sentierino su un versante molto ripido, con alcuni tratti attrezzati con ringhiera in funi metalliche. Se ne sconsiglia la percorrenza in caso di maltempo.

Pernottamento

--

Cartografia

[Fra n.12] [IGC n.6]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Primavera 2021

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Marco

lunedì 16 luglio 2012

[ 79.7.*.*]

Probabilmente nel 2006 non c'era il cartello, ma alla cima della salita è meglio seguire il cartello per Rore. Se si lascia il bivio alla destra come scritto qui ci si addentra nel bosco.(si finisce sempre a Rore ma il giro è un altro)

giomulin

giovedì 19 luglio 2012

[ 213.144.*.*]

Una bella sorpresa per ns figlio ed una bella passeggiata per noi genitori.

rosalba

giovedì 30 agosto 2012

[ 79.4.*.*]

i sarvanot sembrano un po' burberi e schivi ma basta salutarli con gentilezza e loro ti seguono e ti proteggono per tutto il sentiero!!! la camminata è stata sorprendente sia per i panorami che per la vegetazione che per l'atmosfera...

gramma

giovedì 22 agosto 2013

[ 88.87.*.*]

Confermo il commento di Marco: terminata la salita dopo le ringhiere metalliche, se si procede a sinistra in falsopiano, si raggiunge la borgata Morero, dalla quale è poi comunque possibile scendere a Rore, allungando il percorso. Molto carina la passeggiata, ma con bimbi di due, tre e quattro anni, la parte delle ringhiere metalliche è un po' troppo esposta e la sconsiglierei. Grazie per gli interessanti itinerari proposti!

massimo

domenica 27 aprile 2014

[ 79.31.*.*]

confermo l'errore nel testo, già segnalato da marco e gramma (che forse ora è il caso di correggere...). alla cima della salita si deve prendere a destra: così si possono incontrare il punto panoramico, il pilone votivo ed i tavoli da pic-nic, ottimamente posizionati per una piacevole sosta!

AlpiCuneesi.it

domenica 27 aprile 2014

[ 79.6.*.*]

Caro Massimo, ringrazio te, gramma e Marco per avermi segnalato l'errore. Penso però sia poco gentile dire "che forse ora è il caso di correggere...". Ricorda che tutto il sito - ad oggi i sentieri descritti sono 150! - è fatto senza prendere un centesimo (e senza chiederlo a chi lo consulta), con un lavoro non di giorni ma di anni, solo per la passione che ho per queste montagne. Le correzioni potrò farle appena avrò il tempo di ripercorrere il sentiero e seguire il percorso che mi consigliate. Nel frattempo le vostre segnalazioni sono qui apposta per evidenziare l'errore. Continuate a mandarle: servono a me per migliorare il sito e a chi lo consulta per non essere ingannato dai miei sbagli!

anonimo

venerdì 15 luglio 2016

[ 2.230.*.*]

Passeggiata bella e semplice ed adatta a tutti, vale la pena, consigliata

anonimo

lunedì 10 aprile 2017

[ 79.58.*.*]

Semplicemente stupendo la mia bimba di tre anni si è divertita un sacco e se l'è fatta tutta a piedi!

Gian

sabato 29 luglio 2017

[ 5.169.*.*]

29/07/2017. Grazie a chi nei commenti ha corretto l'errore... Chissà dove saremmo finiti.

anonimo

domenica 20 agosto 2017

[ 151.68.*.*]

Bellissimo percorso. Fatto oggi con bimbo di 4 anni e una bimba di 15 mesi in manduca. Sinceramente per chi ha bimbi piccoli consiglio di tornare indietro sul sentiero dei Sarvarnot poiché la parte rocciosa e la salita successiva sono molto faticose (e pericolose per i piccoli). Segnalo che dal punto panoramico al pilone votivo con i tavoli da Picnic c'è una certa distanza! Molto bello e ben tenuto comunque. Grazie per avercelo fatto conoscere.

AlpiCuneesi.it

sabato 10 aprile 2021

[ 79.6.*.*]

Con colpevole ritardo, sono finalmente riuscito a tornare a Rore per aggiornare la scheda itinerario. Sperando di non aver fatto altri errori, ringrazio ancora chi me li ha segnalati.

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5 - L'inconfondibile 'segnavia' del Sentiero dei Sarvanot (2021)
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2 - Lo sguardo enigmatico di un 'Sarvanot' (2006)
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1 - Sarvanot a pesca (2006)
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10 - La Madonna in trono affrescata nel Pilone del Castello (2021)
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6 - 'Titeto' è addetta all'Ufficio Turistico del Sentiero dei Sarvanot (2021)
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13 - Panorama su Rore (2021)
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11 - La panchina gigante affacciata su Rore (2021)
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9 - Camminando lungo il sentiero si ha come la sensazione di essere osservati... (2021)
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4 - 'Tumpi la Pisso': la cascatella del Rio Cantarana (2006)
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3 - Il ponte che porta a 'Tumpi la Pisso' (2006)
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8 - Uno dei ponti in legno che attraversano il Rio Cantarana (2021)
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