Tappa CA.01

CA.01 Santuario della Madonna degli Alpini - Prato Gaudino - Monte Colletto - Chiot Rosa - Paraloup

Santuario della Madonna degli Alpini (847 m) - Colle di San Maurizio (836 m) - Prato Gaudino (984 m) - [Rifugio Prato Gaudino (992 m)] - Monte Colletto (1167 m) - Pertuso del Colet (963 m) - Scanavasse (1065 m) - Le Funse (1274 m) - Chiot Rosa (1188 m) - Chiapera (1251 m) - Paraloup (1362 m)

+964 / -449

Dislivello [m]

4:30 - 5:10

Tempo [h:mm]

13787

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Nonostante le quote relativamente basse, si tratta di una tappa piacevole, con ampi tratti nel bosco. Il percorso, che alterna sentieri, piste sterrate e un breve tratto finale su asfalto, tocca vecchie borgate e termina a Paraloup. Ottimi panorami si possono ammirare dal Chiot Rosa, sede di una bella area attrezzata per pic-nic, anche se un po' troppo vicina alla meta finale tappa per sceglierla per la sosta pranzo.

Carta schematica - Tappa CA.01

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Tappa ca.01
A Da Santuario della Madonna degli Alpini (847 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Prato Gaudino (984 m) +201 / -64 0:45 - 0:50 1829 E R44
[Rifugio Prato Gaudino] (992 m) +207 / -64 0:45 - 0:50 1851 E R43
C Monte Colletto (1167 m) +405 / -85 1:25 - 1:35 3390 E R44
D Pertuso del Colet (963 m) +432 / -316 2:00 - 2:15 4930 E R44
E Scanavasse (1065 m) +552 / -334 2:40 - 3:05 7589 E R25
F Le Funse (1274 m) +761 / -334 3:25 - 3:50 9853 E R25
G Chiot Rosa (1188 m) +787 / -446 3:55 - 4:25 11786 E R25
H Paraloup (1362 m) +964 / -449 4:30 - 5:10 13787 E P04A

Dal Santuario della Madonna degli Alpini (847 m), si scende brevemente lungo la strada asfaltata fino al Colle di San Maurizio (836 m).

Il Santuario della Madonna degli Alpini, o anche Santuario di San Maurizio 1, porta questa doppia denominazione dal 1961. In precedenza, su questa altura che sovrasta Vignolo, furono eretti un castello (nei secoli XI e XII) ed una cappella dedicata a San Maurizio, della quale si fa menzione per la prima volta nel 1226.
Tra la fine del XVII e gli inizi del XVIII secolo venne edificato l'attuale santuario e, nel 1800, la vecchia chiesa fu intitolata a San Matteo. La Chiesa di San Matteo venne infine demolita nel 1966.
Dopo che, nel 1938, San Maurizio divenne patrono degli Alpini, alla fine della guerra i reduci della ritirata di Russia iniziarono a trasformare questo luogo in un memoriale, tanto da portare, negli anni seguenti, ad intitolare il santuario anche alla Madonna degli Alpini.
Nell'ottobre 2023, accanto al santuario, è stata realizzata una struttura in vetro e metallo di circa cinque metri di altezza, affacciata sulla pianura, che consente di ammirare il paesaggio sottostante da un punto di vista privilegiato.

[pannelli informativi in loco]

San Maurizio, al pari di numerosi altri santi venerati nel cuneese, era parte della ben nota Legione Tebea. Tradizione vuole che parte dei soldati della legione furono uccisi per aver professato la religione cristiana ed essersi rifiutati di passare per le armi civili innocenti durante una rivolta, nei pressi di Agauno, nell'attuale Svizzera. San Maurizio, che ne era al comando, venne anch'esso martirizzato. Curioso notare che Maurizio, il cui nome significa figlio di Mauro (o Moro, dalla carnagione scura), viene raffigurato con la pelle chiara nelle nostre regioni, con la pelle scura nei paesi centro-europei e baltici.

[pannelli informativi in loco]

Si attraversa la strada asfaltata che valica il colle e si imbocca il sentiero proprio di fronte. Si sale nel bosco (il "Bosco dell'Impero"), tenendosi ora a destra ora a sinistra del crinale e alternando tratti in leggera salita a strappi ben più ripidi.
Intorno a quota 1020 il sentiero inizia a scendere e si biforca poco dopo: si tiene la destra, anche se il ramo di sinistra si ricongiunge quasi subito al percorso principale.

Curioso che al bivio i segnavia mandino a sinistra per chi proviene dal santuario, mentre una palina indichi il ramo di destra a chi proviene in senso opposto.

In breve il sentiero arriva ad incrociare una pista forestale: qui si ignorano sia il ramo di sinistra per le borgate Canonie e Tetto Giordano, sia il ramo di destra che si collega alla strada asfaltata per Prato Gaudino. Si resta invece sul sentiero, che prosegue di fronte, oltre la pista forestale, e conduce con leggero saliscendi all'imbocco della borgata di Prato Gaudino (984 m, 0:45 - 0:50 ore dal Santuario della Madonna degli Alpini).
Il sentiero sbuca in un crocevia: da destra arriva la strada asfaltata che serve la borgata, a sinistra si stacca una strada sterrata che scende alle case più a valle di Prato Gaudino e a Roccasparvera, innanzi un'altra strada sterrata sale alle case più a monte di Prato Gaudino (la borgata è di fatto costituita da due gruppi di abitazioni, posti a quote differenti).
Seguendo quest'ultima direzione (si passa a destra di un pilone votivo 2), ci si trova subito ai piedi del Rifugio Prato Gaudino (992 m) 3, raggiungibile con la breve scalinata che sale a destra.
La strada s'innalza con alcuni stretti tornanti alle spalle del rifugio, lascia a destra il sentiero per la borgata Aranzone e piega a sinistra (est). Poco oltre si abbandona la sterrata per seguire la mulattiera che si insinua a sinistra tra le case alte di Prato Gaudino, alcune riattate, molte ridotte a rudere 4.
Superate le abitazioni, si ignorano un primo sentiero a sinistra, quindi un secondo che prosegue diritto (palina che indica il Tour della Rocca in MTB) mentre la mulattiera piega a destra. Poco oltre bisogna prestare attenzione ad un bivio poco evidente, seppur indicato da una palina segnavia: si lascia innanzi la mulattiera e si svolta a destra, cercando di intuire la traccia che si addentra nel bosco.
Percorse alcune decine di metri, il percorso si fa più evidente: si sale dapprima tra vecchi terrazzamenti ricolonizzati da latifoglie, quindi ci s'innalza assai ripidi, tra ampie radure, lungo un costone 5. Giunto sullo spartiacque tra la Valle Stura, alle spalle, e l'ampia Valle di Sant'Anna, di fronte, il sentiero piega bruscamente a sinistra. Seguendo la displuviale 6, con un leggero saliscendi cui segue una brusca salita, ci si porta fin sulla sommità del Monte Colletto (1167 m, 0:40 - 0:45 ore da Prato Gaudino).
Si scende sul versante opposto, si continua lungo la displuviale ancora in saliscendi e si risale una modesta elevazione a quota 1152. Incomincia qui una ripidissima discesa, resa insidiosa anche dalle abbondanti foglie sul terreno, interrotta solo da brevi tratti meno pendenti. Il sentiero lambisce una pista forestale proveniente dalle Case La Balma, e prosegue la discesa sul crinale fino al Pertuso del Colet (963 m, 0:35 - 0:40 ore dal Monte Colletto).
Al piccolo valico si incontra un crocevia: si ignorano sia il sentiero che si stacca a sinistra per le Case Naviano, sia quello, sempre a sinistra per Tetto Balotte; si segue invece verso sinistra la piccola strada sterrata che arriva da Prato di Francia. La stradina, sostanzialmente pianeggiante 7, si allunga nel bosco di castagni e latifoglie, incontrando anche macchie di abeti e larici. Numerose sono le diramazioni o i sentieri che si staccano su ambo i lati e che si devono trascurare. Per citare le più evidenti: presso un colletto a quota 963 si riceve da sinistra una strada sterrata da Tetto Giandola; presso Tetto Rimet, a quota 918, si lascia a sinistra la sterrata per San Mauro di Rittana 8; più avanti, si lascia a destra la sterrata per Lupo e Ferrere. Si giunge così a Scanavasse (1065 m, 0:40 - 0:50 ore dal Pertuso del Colet) 9, dove ci si immette sulla strada asfaltata che proviene da valle e qui termina.
Lasciata di fronte la strada sterrata che si dirige nella borgata, si continua a destra, sulla strada sterrata che, con due tornanti, sale a monte delle case. Ripreso l'andamento a mezzacosta, e continuando a ignorare le diramazioni secondarie, la carrareccia passa anche alle spalle della borgata Bergia e torna a ridursi ad una più piccola pista sterrata.
Con un lungo traverso si guadagna quota, poi, con due tornanti, si arriva in località Le Funse (1274 m, 0:45 ore da Scanavasse).
Qui si incontra un crocevia 10: si tralasciano la pista sterrata a destra per Bernezzo e quella di fronte per il Monte Tamone, per imboccare la pista a sinistra per il Chiot Rosa. La pista sterrata spiana e in breve raggiunge un altro incrocio: si evitano le due diramazioni a sinistra, una per la borgata San Matteo e Valgrana, e si continua innanzi.
La pista scende nel bosco lungo il crinale 11 e, dopo aver lasciato a sinistra l'ennesima diramazione ed una breve risalita, riprende a perdere quota lentamente. Un bivio a destra con una pista sterrata, che si ignora, precede l'immissione su una strada sterrata, proprio nei pressi dell'ingresso dell'area attrezzata di Chiot Rosa (1188 m, 0:30 - 0:35 ore da Le Funse, fontana), ben visibile a sinistra 12.
Continuando innanzi, si lascia a destra il sentiero per Mendia e Serre, e ci si porta sulla strada asfaltata che sale da Rittana. Si percorrono solo una cinquantina di metri e si imbocca, sulla destra, un sentiero segnalato. In qualche minuto si arriva a lambire nuovamente la strada asfaltata: qui si abbandona la pista sterrata a destra che prosegue verso La Francila e si segue l'asfalto, entrando subito tra le poche case della borgata Chiapera (1251 m). Poco oltre si supera la borgata Grain 14 e si continua lungo la rotabile, con maggior pendenza, fino al piccolo ponte in cemento sul Rio Sarretas. La strada diventa sterrata e conduce, trascurando le diramazioni minori, alla piccola borgata di Paraloup (1362 m, 0:35 - 0:45 ore da Chiot Rosa), sede dell'omonimo Rifugio Paraloup 13.

Una dozzina di baite, in un luogo addirittura "al riparo dai lupi", come recita il toponimo, tra il settembre 1943 e la primavera del 1944 sono diventate il primo quartier generale delle bande partigiane di Giustizia e Libertà del cuneese.
In poco meno di due anni di lotta partigiana Paraloup ha visto combattere quasi centocinquanta ragazzi, tutti giovanissimi: soltanto nove di loro avevano più di 25 anni. Al comando delle bande personaggi di notevole spessore, come Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Giorgio Bocca e, dal febbraio 1944, Nuto Revelli.
Con l'acquisto del primo lotto di baite abbandonate, nel 2007 la Fondazione Nuto Revelli onlus ha incominciato l'imponente opera di recupero e rivitalizzazione della borgata, grazie a sapienti ristrutturazioni ecosostenibili che hanno portato a realizzare strutture ricettive, museali e di intrattenimento. Proprio la figura di Nuto Revelli, partigiano prima e narratore della vita contadina poi, rende la borgata di Paraloup un importante luogo della memoria, in grado di mantenere vivi i ricordi su queste due realtà storiche.

[Fondazione Nuto Revelli, Paraloup]

Accessi

Da Cervasca si prosegue in direzione di Vignolo, fino a incontrare il bivio, a destra, per San Michele. Si svolta a destra, si supera il paese di San Michele e si continua seguendo le indicazioni per il Santuario della Madonna degli Alpini. Ai piedi del santuario, presso il Colle di San Maurizio, un piccolo slargo consente di posteggiare alcune auto.

Note

--

Pernottamento

Rifugio Paraloup, paraloup.it, cell. +39 349 6397386.

Cartografia

[Fra n.14] [IGC n.7]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Autunno 2020

[Ultimo aggiornamento scheda: Autunno 2023]

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1 - Il Santuario della Madonna degli Alpini (2020)
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5 - Se trovate questo ometto in pietra, siete sulla strada giusta... (2020)
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2 - Affresco su un pilone votivo a Prato Gaudino (2020)
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4 - Vecchie abitazioni a Prato Gaudino (2020)
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3 - Il Rifugio Prato Gaudino (2020)
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11 - La pista sterrata che scende verso Chiot Rosa (2020)
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6 - Un tratto nel bosco verso il Monte Colletto (2020)
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9 - La borgata Scanavasse (2020)
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8 - Il bivio a sinistra per Tetto Rimet (2020)
8 - Il bivio a sinistra per Tetto Rimet (2020)
13 - Il Rifugio Paraloup (2020)
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10 - Vecchia segnaletica a Le Funse (2020)
10 - Vecchia segnaletica a Le Funse (2020)
12 - L'ingresso dell'area attrezzata di Chiot Rosa (2020)
12 - L'ingresso dell'area attrezzata di Chiot Rosa (2020)
14 - Borgata Grain (2020)
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7 - La pista sterrata oltre il Pertuso del Colet (2020)
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