CA.06 Biotto - Montemale di Cuneo - Santuario del Castello diCaraglio
Biotto (1126 m) - Cima Varengo (1166 m) - Montemale di Cuneo (919 m) - Ruata Paniale (610 m) - Pilone dei Bergè (629 m) - Santuario del Castello diCaraglio (660 m)
+246 / -712
Dislivello [m]
3:10 - 3:35
Tempo [h:mm]
11254
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Tappa facile, spesso su versanti ben esposti al sole seppur con una discreta
copertura boschiva, si snoda quasi sempre tra stradine sterrate o afaltate, mulattiere e piste
forestali. Nonostante il bosco e le quote basse, presenta comunque alcuni tratti assolutamente
panoramici. Grazioso Montemale, curioso il masso dipinto a guisa di drago, a questa tappa
non manca neppure la panchina gigante. L'arrivo è al Santuario del Castello, elevato sopra
l'abitato di Caraglio, anch'esso in grado di offrire belle vedute.
Da
Biotto
(1126 m)
1
si segue la strada asfaltata verso est che si dirige a
Montemale di Cuneo
(segnavia R37).
Si passa in prossimità della chiesa e di una grande croce bianca, scendendo sulla strada
fino alla borgata di
San Rocco2,
dove si incontra un crocevia.
Si imbocca la stradina asfaltata immediatamente a destra di una seconda grossa croce bianca.
Si sfilano le case della borgata e, quando la stradina svolta a destra per le
Case Rainero,
si continua diritti lungo una strada sterrata che s'innalza nel bosco.
Dopo un centinaio di metri la sterrata supera una piccola area attrezzata dopo e termina su
Cima Varengo
(1166 m, 0:25 - 0:30 ore da
Biotto),
dove si trova un grosso traliccio di antenne.
Appena prima del traliccio, si lascia la sterrata e si prende il sentiero che si stacca
a destra.
Un tratto in saliscendi lungo il crinale conduce a un piccolo pilone votivo e a un
grazioso tavolo per pic-nic poco distante, oltre i quali il sentiero inizia una ripida discesa.
Si riceve da sinistra un esile sentierino, quindi si attraversa
un'area affacciata su uno scosceso versante prativo che viene utilizzata come zona
di decollo con il parapendio
3.
Poco più in basso, il sentiero svolta bruscamente a sinistra (attenzione
a non seguire la traccia che continua in discesa) e spiana.
Si continua in piano tra castagneti fino al un successivo bivio, non ben segnalato,
dove si lascia il sentiero più evidente che prosegue innanzi e si svolta a destra.
Il sentiero scende piuttosto ripido fino ad una pista forestale (palina che indica
"Sito Archelologico").
La pista, diviene quasi subito una sorta di mulattiera e si immette sulla strada asfaltata
proveniente da
San Rocco.
Si va a destra; si ignorano poco dopo sia una diramazione asfaltata a destra che una
a sinistra, e ci si tiene sulla strada che continua di fronte quasi pianeggiante.
Senza considerare altri bivi, si raggiunge l'ormai vicino paese di
Montemale di Cuneo
(919 m, 0:50 - 0:55 ore da
Cima Varengo)
54.
Si attraversa l'intero borgo, quindi, nonostante una palina segnavia posizionata in
maniera fuorviante, non si sale al castello per Via Marconi ma si scende a destra
sulla strada asfaltata per
Valgrana.
Dopo un centinaio di metri si svolta a sinistra su una stradina asfaltata in salita
(segnavia R35).
Quando la stradina diventa sterrata, presso una grossa abitazione in pietra, si
imbocca, ancora a sinistra, una comoda mulattiera.
Con un bel percorso panoramico in piano, la mulattiera tocca la località
Bonetta
(panchine), poi, tra i castagneti, arriva a immettersi su una pista sterrata
proveniente da
Montemale di Cuneo.
Una singolare tradizione è stata inaugurata nel lontano 1982, quando due amici di Valgrana
Michele Lerda e Giovanni Borsotto, salirono all'alba del primo gennaio alla
Bonetta
per fare colazione e brindare al nuovo anno.
Da allora la tradizione non si è mai interrotta: senza organizzare nulla o darsi appuntamento,
decine di persone si ritrovano in questa località all'alba di ogni capodanno per rinnovare
il rito benaugurale.
[Pannello informativo in loco]
Si va a destra, scendendo per circa 150 metri: presso una radura bisogna
abbandonare la pista e svoltare a sinistra su una mulattiera che si
allunga tra campi recintati
6.
Ignorata subito a destra una diramazione, si perde quota fino a raggiungere
ancora una pista forestale sterrata, anch'essa proveniente da
Montemale di Cuneo,
che si segue verso destra.
Qualche decina di metri prima della pista sterrata, a sinistra
del sentiero, un grosso masso nel bosco è stato dipinto dell'artista
Alessandro Gertosio a guisa di testa di drago.
Inevitabile a questo punto collegare il
Drago di Montemale7,
così ormai è noto, all'etimologia della vicina
Dronero,
forse riconducibile ai signori di Verzuolo, i Dragone, forse al termine
Draconerium (dal latino Draconanus), il soldato che portava l'insegna del dragone.
[Pannello informativo in loco]
Anche in questo caso ti trascura subito una mulattiera che si stacca a destra;
la pista scende lungamente nel bosco, tenendosi di fatto sullo spartiacque tra le
valli Grana (a destra) e Maira (a sinistra).
Ad una biforcazione si tiene la sinistra, quindi si raggiunge la località
"Il Picapere", dove si ignora il sentiero a destra e la pista si riduce a mulattiera.
Il luogo è legato a una storia, una di quelle che venivano raccontate nelle
fredde sere invernali durante le veglie.
Dragun, originario di
Montemale,
era emigrato in America ed era riuscito a fare fortuna. Rientrato al suo paese,
Dragun inizia a sperperare il patrimonio accumulato. Pieno di debiti, con la casa
confiscata dai suoi creditori, Dragun si rifugia al
Picapere, in una caverna chiamata la
Tana de Dragun,
e sopravvive chiedendo l'elemosina di borgata in borgata.
La morale della storia è legata al denaro, alla difficoltà nel guadagnarlo e
all'attenzione con cui bisogna farne uso.
[Pannello informativo in loco]
La mulattiera continua ora quasi pianeggiante, poi improvvisamente riprende
a perdere quota assai velocemente: lasciato a destra il sentiero per
Ruata Bottonasco,
ci si immette su una pista sterrata nel punto in cui questa termina.
Si prosegue a destra, alternando tratti in discesa ad altri pianeggianti;
si passa a fianco di un castagneto recintato, si incrocia una pista sterrata e,
dopo qualche metro, se ne lascia un'altra a sinistra.
Si continua innanzi, quindi con una breve tratto di sentiero, si aggira verso sinistra
una proprietà privata. Poco sotto si ritrova la pista sterrata, con la quale si scende
alla vicina strada asfaltata.
Si svolta a sinistra e, trascurata la diramazione a destra per
Ruata Rebuffo,
si passa tra le poche case di
Ruata Paniale
(610 m, 1:10 - 1:20 ore da
Montemale di Cuneo).
Ignorando le diramazioni laterali, si scende lentamente su asfalto per passare ai piedi di
Tetto Lerda
e lasciando a destra i
Tetti Aime.
Al termine di una lunga recinzione con alte siepi,
quasi invertendo il senso di marcia, si abbandona l'asfalto e si imbocca a destra
una pista forestale (palina).
Si traversa in diagonale, in salita, costeggiando ancora una lunghissima recinzione
fino a immettersi su una strada sterrata.
Si continua a destra, in piano, e ci si immette in via della Crocetta, una piccola
stradina asfaltata.
Si tiene ancora la destra, camminando tra campi e filari; dopo circa 150 metri, si svolta
a sinistra, ancora su una stradina asfaltata.
La rotabile riprende ora a salire, passa a fianco di alcune ville e cascinali e diventa
sterrata; poco oltre si incontra il
Pilone dei Bergè
(629 m circa).
Qui si lascia a sinistra la sterrata e si continua diritti, su una vecchia mulattiera,
a tratti ridotta a sentiero, che conduce a pochi metri dalla panchina gigante rosa e azzurra,
in bella posizione panoramica.
A sinistra della panchina si segue la pista sterrata che porta ad un piccolo posteggio sterrato
a fianco di una stradina asfaltata.
Seguendo verso destra la stradina, si superano i due tornanti (tagliati da una scala pedonale)
che portano al
Santuario del Castello di Caraglio
(660 m, 0:45 - 0:50 ore da
Ruata Paniale)
8,
noto anche come
Santuario della Regina degli Apostoli
o
Madonna del Castello.
Al santuario termina la Curnis Auta.
Per arrivare ai mezzi di trasporto pubblico bisogna raggiungere
Caraglio: si scende sull'asfalto fino oltre il posteggio sterrato dove,
a sinistra della strada, si imbocca una mulattiera che si cala con ampi tornanti
fino al concentrico (0:15 ore circa).
Accessi
Da Caraglio si risale la Valle Grana, superando l'omonimo paese di
Valgrana. Dopo circa 3 km si imbocca a destra la stradina asfaltata che conduce
a Case Brondello, Piatta Inferiore e da qui, tenendo la destra, alla frazione Biotto.
Note
--
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.14] [IGC n.7] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Inverno 2018
[Ultimo aggiornamento scheda: Autunno 2023]
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