Bivacco Bernardi (2205 m) - Colle del Monte Bram (o l'Aigaversa) (2178 m) - Punta dell'Omo (2297 m) - Passo Borel (2181 m) - Monte Borel (2287 m) - Colle Viribianc (2190 m) - Crest d'l Mulets (2411 m) - Col d'l Mulets (2310 m) - Cima Viribianc (2474 m) - Passo Viridio (2399 m) - Monte Viridio (2495 m) - Passo Parvo (2390 m) - Colletto del Parvetto (2434 m) - Col dal Nais (2419 m) - Cima Fauniera (2516 m) - Colle dei Morti (2480 m) - Colle del Vallonetto (2439 m) - Rifugio Fauniera (2302 m)
+994 / -897
Dislivello [m]
4:50 - 5:30
Tempo [h:mm]
12407
Distanza [m]
E/EE
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Un'incredibile cavalcata sul crinale che separa la Valle Stura, a sud,
dalla Valle Grana, a nord: sono ben sei le cime toccate, un susseguirsi di vette e
colli, in un continuo saliscendi. Il lunghissimo spartiacque si presenta prativo e agevole
per lunghi tratti, esile e un poco impervio tra il Colle Viribianc e il Passo Parvo, ma
sempre estremamente panoramico.
Dal
Bivacco Bernardi
(2205 m)
54
una traccia si dirige per prati verso nord-ovest (segnavia R27).
Lasciato il sentiero a sinistra che scende verso
San Giacomo di Demonte,
si continua per pascoli in leggera discesa per poi
salire brevemente e portarsi sul
Colle del Monte Bram
(anche noto come
l'Aigaversa),
posto sull'ampio crinale tra il
Monte Bram
e la
Punta dell'Omo12.
Si rimonta lentamente verso ovest la lunga e arrotondata dorsale
prativa, quindi ci s'innalza più ripidi su una esile traccia tra
bassi arbusti fino alla vetta della
Punta dell'Omo
(2297 m, 0:35 - 0:40 ore dal
Bivacco Bernardi).
Volgendo leggermente a sinistra, si discende l'amplissima
displuviale pascoliva della cosiddetta
Crest de Gibert,
fino al
Passo Borel
(Sea d'Borlet sulla palina segnavia,
2181 m)
13,
poi si risale sempre per prati la lunga dorsale che porta sulla cima del
Monte Borel
(2287 m, 0:40 - 0:45 ore dalla
Punta dell'Omo)
6.
Ci si sposta di poco sul versante della Valle Grana e,
dopo una breve discesa più ripida ed aver attraversato un caratteristico
intaglio tra due rocce, si riprende il crinale prativo
che con modeste ondulazioni porta su una arrotondata
elevazione, non nominata, a quota 2278.
Ancora una volta si resta poco a nord della displuviale per
aggirare alcune roccette, quindi si scende lungo la cresta
tra bassi arbusti fino allo stretto
Colle Viribianc
(2190 m)
14.
Al valico si lasciano a destra il sentiero per la borgata
Chiappi di Castelmagno
(segnavia R05) e a sinistra il sentiero per il
Rifugio Carbonetto
(segnavia P11);
si prosegue innanzi sul sentiero che, da questo punto,
assume il segnavia R28.
Oltrepassate alcune ondulazioni ha inizio una salita decisamente ripida,
e abbastanza impegnativa, lungo il crinale che qui diventa
piuttosto esile: dopo un primo tratto tra roccette
7,
seguito da una parte più agevole tra magra erba, si affronta un'ultima impennata,
sempre tra roccette affioranti, per superare le quali può anche essere necessario
l'uso delle mani.
Dopo circa duecento metri di salita si arriva sulla parte culminante della
Crest d'l Mulets
(2411 m, 0:55 - 1:05 ore dal
Monte Borel),
breve, sottile e pianeggiate
8.
Terminato il tratto pianeggiante, ci si cala piuttosto ripidi sempre sul
crinale, su una traccia non sempre evidente, con stretti zig-zag tra
pietrisco e ciuffi d'erba, fino al
Col d'l Mulets
(2310 m).
Oltre il valico riprende l'ascesa: con un breve traverso su un'esile traccia
tra magra erba ci si porta ai piedi della
Cima Viribianc.
Ci si sposta a destra, sul versante della Valle Grana, tagliando in salita le pendici
del monte su un esile sentierino; dopo due ampi tornanti, ci s'innalza tra sfasciumi,
con traversi e qualche breve strappo assai ripido, e si guadagna un colletto tra
la vetta e l'anticima est.
Un breve diagonale, un pochino aereo, permette infine di raggiungere la
Cima Viribianc
(2474 m, 0:35 - 0:40 ore dalla
Crest d'l Mulets)
9.
Dalla vetta si scende a lungo verso ovest sul crinale, tra erba e detriti fini,
cui segue un breve tratto tra pietrame che porta al
Passo Viridio
(2399 m).
Sul valico si ignora a destra il sentiero per le
Grange Gustin
e il
Santuario di San Magno
(segnavia R16)
e si continua innanzi, tra detriti e rocce, all'interno di un curioso
avvallamento che incide il crinale.
Si riprende a salire, ora tra blocchi di roccia accatastati, poi si segue
lo spartiacque prativo con qualche saliscendi ed infine si affronta l'erta
salita, tra erba e roccette, che conduce in cima al
Monte Viridio
(2495 m, 0:30 ore dalla
Cima Viribianc)
10.
La cresta che scende verso ovest dalla vetta, inizialmente esile e coperta da
pietrame e radi ciuffi d'erba, va poco a poco allargandosi: ci si trova ben presto al
Passo Parvo
(o Col d'l Cussiers, 2390 m),
su un comodo crinale prativo ai piedi del
Monte Viridio.
In realtà una palina segnavia posiziona il valico poco oltre,
non nel punto di massima depressione ma su una spalletta ai piedi della
Punta Parvo.
Si prosegue innanzi sul pianeggiante spartiacque fino a una poco
evidente biforcazione: si lascia a sinistra la traccia per la
Punta Parvo
e ci si sposta a destra della displuviale (versante della Valle Grana),
sul marcato sentiero che taglian in leggera ascesa le pendici della
Punta Parvo
fino al piccolo valico prativo del
Colletto del Parvetto
(2434 m).
Svoltando a destra (nord), si scende rapidamente al
Col dal Nais
(2419 m)
11,
di fatto una spalletta alle pendici del monte
Parvetto
più che un vero e proprio valico.
Qui si lascia a destra il sentiero che si dirige al
Santuario di San Magno
(segnavia R54A) e si volge bruscamente a sinistra (sud-ovest), perdendo ancora
quota diagonalmente tra prati e pascoli fino al fondo idrico del
Vallone Parvo.
Appena oltre il minuscolo rio si trascura a destra il sentiero
per il
Rifugio Fauniera
(segnavia R55A)
e si risale una traccia sul versante opposto (segnavia R55), tra i pascoli,
guidati da utili picchetti segnavia, fino ad un colletto non nominato a quota 2445.
Il sentiero R55A può tornare utile in caso di maltempo o
semplicemente se si vuole accorciare la tappa, in quanto consente di
raggiungere direttamente il
Rifugio Fauniera.
Anche dal successivo colletto q. 2445 si stacca una traccia a destra
non segnalata per il
Rifugio Fauniera.
Si svolta a sinistra e si rimontano, con poche svolte, i pendii prativi
che conducono alla piatta sommità della
Cima Fauniera
(2516 m, 1:00 - 1:10 ore dal
Monte Viridio).
Immancabilmente su crinale, qui ancora ampio e prativo, si continua in
leggera discesa verso ovest per poi perdere i pochi metri di dislivello che
separano dal
Colle dei Morti
(o Colle Fauniera,
2480 m), attraversata da una piccola rotabile asfaltata.
Il valico ospita una statua in marmo nero di Ormea dedicata al ciclista Marco Pantani
2.
Su molte guide e carte escursionistiche, il
Colle dei Morti
ha curiosamente, ed erroneamente, mutato la sua denominazione in
Colle Fauniera.
Tutto deve farsi risalire al passaggio del Giro d'Italia su questo valico nel 1999:
il toponimo originario, evidentemente considerato non troppo ben augurale,
venne rimpiazzato (temporaneamente?) prendendo a prestito quello della vicina
Cima Fauniera15.
Ma si sa, in Italia le decisioni temporanee tendono a diventare definitive...
[-]
Si attraversa la strada e si rimonta il pendio di fronte fino alla piccola
Cappella Regina Assumptae;
presso la cappella si incontra un sentiero che scende verso nord e porta in breve al
Colle del Vallonetto
(2439 m), che separa la Valle Maira dalla Valle Grana,
caratterizzato dalla presenza di una piccola pozza d'acqua.
Al valico si ritrova la strada asfaltata: la si segue verso sinistra per
poche decine di metri prima di lasciarla nuovamente per un sentiero (segnavia R55)
che si stacca a destra e traversa in discesa lungo pendii prativi
1.
Giunti al
Bivacco Fauniera,
recente costruzione rivestita in legno, si riceve da destra il
già citato sentiero proveniente dal
Vallone Parvo
(segnavia R55A).
Dopo pochi metri di strada sterrata, si incrocia la strada asfatata
e, di fronte, ben visibile, si staglia l'inconfondibile sagoma metallica del
Rifugio Fauniera
(2302 m, 0:35 - 0:40 ore dalla
Cima Fauniera)
3.
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