+807 / -14
Dislivello [m]
+807 / -14
Dislivello [m]
2:25 - 2:45
Tempo [h:mm]
5758
Distanza [m]
E •
Difficoltà
⇌
Tipologia
Il sentiero si snoda per buona parte all'interno di un fitto bosco, aprendosi soltanto nella bellissima conca pascoliva dell'Alpe di Perabruna, sede della Capanna Sociale Manolino. Salendo a Colla Bassa, ottimo punto di partenza per la salita al Monte Antoroto, ci si affaccia sulla Valdinferno, vallone laterale della Val Tanaro.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA
A | Da Ponte della Marmorea (1058 m) a: | Dislivello [m] (andata e ritorno) |
Tempo [h:mm] (andata e ritorno) |
Distanza [m] (andata e ritorno) |
Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Pian Marlà (1440 m) | +386 / -4 (+390 / -390) |
1:10 - 1:15 (2:00 - 2:15) |
2844 (5688) |
E • | C01 |
C | Capanna Sociale Manolino (1628 m) | +576 / -6 (+582 / -582) |
1:40 - 1:55 (2:55 - 3:20) |
4135 (8270) |
E • | C01 |
D | Colla Bassa (1851 m) | +807 / -14 (+821 / -821) |
2:25 - 2:45 (4:10 - 4:45) |
5758 (11516) |
E • | C01 |
Si attraversa il
Ponte della Marmorea
(o Ponte della Marmorera per alcune guide, 1058 m)
sul
Rio di Moscardina
(anche noto come
Rio Moscardino
o
Rio di Valcalda)
e, subito oltre, si trascura la strada sterrata (privata) che si dirama a destra.
Si tiene la sinistra e si prosegue in leggera salita, sempre su strada sterrata
(segnavia C01).
Si risale la
Valcalda,
tra faggi, noccioli e altre latifoglie a fianco della sponda sinistra orografica del
Rio di Moscardina,
che in questo tratto forma limpide pozze
8.
Raggiunto un guado con fondo in cemento, presso una piccola costruzione per una
centralina idroelettrica, la strada passa sulla destra orografica del rio e
traversa in moderata salita
9.
Dopo due tornanti ravvicinati ed un ulteriore traverso, al successivo
tornante a sinistra si abbandona la sterrata e si prosegue sul sentiero che
si stacca a destra e si addentra nella fitta faggeta.
Un breve tratto in salita ed una successiva lievissima discesa conducono ancora al
Rio di Moscardina,
che si supera su una precaria passerella in tronchi tornando sulla sponda
sinistra idrografica
4.
Un occhio attento non mancherà di notare, in questo tratto iniziale del sentiero, alcune piazzole utilizzate un tempo dai carbonai per l'allestimento delle "carbonaie". Le carbonaie sono grosse cataste di legna, opportunamente preparate, che venivano fatte bruciare lentamente e senza fiamma allo scopo di produrre carbone. Le piazzole venivano realizzate sempre in prossimità di corsi d'acqua, onde poter intervenire rapidamente in caso di incendi, ed in genere nei boschi più impervi, dove era troppo faticoso il trasporto a valle della legna, che veniva quindi trasformata in carbone per ridurne il peso.
[Percorso naturalistico, quaderno di campo, pp.40-41]
Un breve tratto tra salita e falsopiano, all'interno di una splendida
faggeta, porta ad un ulteriore attraversamento del rio, questa volta aiutati solo
da una corda tesa tra le due sponde.
Con qualche serpentina e quindi con una salita in costa non faticosa ma su sentiero un
poco malagevole, si guadagna quota lungo il versante destro orografico del vallone,
sempre nel fitto del bosco
5.
Il sentiero ritorna quindi sulla strada sterrata precedentemente abbandonata,
ma la segue verso destra solo per poco: alcuni metri dopo il tornante a sinistra
si riprende il sentiero che si stacca a destra.
La salita continua fino ad immettersi ancora sulla strada sterrata, quando ormai ci
si trova nell'ampia e bella radura di
Pian Marlà
6
(o
Pian Marta,
1440 m, 1:10 - 1:15 ore dal
Ponte della Marmorea).
Si segue la strada verso destra, uscendo dalla radura; dopo aver attraversato il piccolo
Rio di Perabruna,
si abbandona innanzi la sterrata per il sentiero che si stacca a sinistra.
Il sentiero però dura poco, e si torna sulla strada solo dopo averne tagliato un tornante.
Si continua a sinistra, percorrendo la sterrata che prima s'innalza assai ripida, poi
termina biforcandosi in due piste.
Si prende a destra, trovandosi quasi subito su sentiero, ai margini della splendida
conca pascoliva
dell'Alpe di Perabruna
710.
Qui si esce definitivamente dal bosco; ora tra pascoli, il sentiero passa un piccolo
rivolo, e aggira verso destra i ruderi di una grossa stalla
tenendo, poco a monte sulla sinistra, la
Cella bassa di Perabruna
2.
Passata l'immancabile vegetazione nitrofila alle spalle della vecchia stalla,
puntando a nord nord-ovest il sentiero attraversa l'ennesimo rio e si eleva
lungo i fianchi di un arrotondato pendio prativo.
Le tracce del bestiame, le scorciatoie degli escursionisti che da qui vogliono raggiungere il rifugio direttamente, e perfino tacche segnavia posizionate su tratti di sentiero non più percorribili, complicano l'orientamento. Il rifugio, vicino e ben evidente, sarebbe in effetti raggiungibile direttamente senza percorso obbligato, ma si consiglia di cercare di seguire il sentiero segnalato, sebbene più lungo, onde evitare di contribuire al degrado del suolo.
Oltre il corso d'acqua si ritrovano le (rade) tacche segnavia, ma la traccia si
fa labile e confusa con quelle delle mandrie al pascolo.
Con ampio semicerchio fra prati verso sinistra il sentiero torna
a dirigersi verso sud quindi, presso un enorme masso, si ritrova la
traccia evidente.
Con un paio di brevi traversi si risale quindi il panoramico poggio sopra il
quale si staglia evidente la sagoma della
Capanna Sociale Manolino
(1628 m, 0:30 - 0:40 ore da
Pian Marlà)
3.
Passando di fronte al rifugio, si imbocca la pista sterrata che sia allunga
nella conca dapprima verso sud, poi verso sud-est, seguendo le ondulazioni del
terreno.
Una cinquantina di metri dopo che la pista volge a nord-est per dirigersi alla
Bassa di Perabruna, bisogna individuare il sentiero che si stacca sulla destra
e sale in direzione della
Cella alta di Perabruna.
Alla data del rilevamento, la palina era adagiata a terra, ma sufficiente a segnalare la partenza del sentiero. In assenza di palina e con pochissime e sbiadite tacche segnavia, non è altrimenti facile trovare l'imbocco del sentiero, confuso tra le numerose tracce lasciate dalle mandrie. Tuttavia il sentiero si fa più evidente un poco più a monte; chi avesse problemi, lo può rintracciare alcune decine di metri ad ovest della Cella alta di Perabruna.
Il sentiero piega a sud-est, lascia a sinistra la Cella alta di Perabruna, quindi svolta deciso a sinistra ad attraversare un piccolo rio e raggiunge un modesto crinale. Ripreso l'andamento verso est sud-est, il sentiero risale ora il ripido pendio tra la fitta vegetazione arbustiva fino a giungere sulla Colla Bassa (1851 m, 0:45 - 0:50 ore dalla Capanna Sociale Manolino) 1.
Chi proviene dalla Valdinferno può avere alcuni problemi ad individuare l'imbocco del sentiero. Si devono trascurare le tracce che puntano sul versante destro orografico del Vallone di Perabruna, andando a trovare il sentiero per il rifugio sulla sinistra orografica, tra gli arbusti.
Da Torre Mondovì si prosegue per Pamparato, risalendo quindi la Valle Casotto fino all'abitato di Valcasotto. Verso la fine del paese, bisogna scendere sulla destra in direzione del cimitero e della borgata Tagliante. Presso il cimitero la strada diventa sterrata ma con buon fondo. Lasciati a sinistra il bivio per Cascina Biula e, più oltre, sulla destra il bivio per Tagliante, si prosegue fino a raggiungere il Ponte della Marmorea, in cemento con parapetti in pietra (circa 2 km da Valcasotto). Prima del ponte un minuscolo slargo consente di posteggiare un paio di vetture.
Tutti i guadi del Rio di Moscardina possono presentare qualche problema con acqua abbondante.
--
[Fra n.22] [AsF n.3] [IGC n.15]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo sopralluogo: Autunno 2017
[Ultimo aggiornamento scheda: Primavera 2020]
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ste
martedì 23 ottobre 2012
[ 151.90.*.*]
Salute a tutti gli amanti della montagna, voglio soltanto segnalare che nel mese di luglio 2013 nella radura di pian marlà ho avuto una brutta avventura con un cane pastore (un bestione bianco ) che mi ha assalito con notevole ferocia, mi sono salvato solo grazie al sangue freddo ed al fatto che non avevo moglie o figli al seguito. La domanda è: possibile che in un alpeggio attraversato dal sentiero per il manolino (paline bianche e rosse) non ci sia controllo da parte del pastore?
diego
venerdì 16 ottobre 2015
[ 5.96.*.*]
Escursione molto bella, soprattutto in autunno, quando i colori della faggeta sono stupendi! Il sentiero che, dopo il rif. Manolino, stacca a destra dalla sterrata (in corrispondenza dell'ampia curva) è ora segnalato da una palina in legno. Una volta presa questa traccia, dopo 5/10 min si guada un rio. Subito dopo il sentiero si biforca. Prendere la traccia che va a sinistra (non è subito segnata, ma dopo pochi min di cammino appaiono le tacche segnavia).