Itinerario 04.02

04.02 Sentiero dell'Ecomuseo di Case Ubbè: Bossea - Case Ubbè - Bosco di Castagno

Sentiero dell'Ecomuseo di Case Ubbè: Bossea (825 m) - Revelli (960 m) - Case Ubbè (1028 m) - Bosco di Castagno (1030 m)

+233 / -28

Dislivello [m]

0:55

Tempo [h:mm]

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Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

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Periodo consigliato [mese]

Una breve passeggiata alla scoperta della "Civiltà del castagno": olte alla piccola carbonaia, al seccatoio e alla scapìta, visibili lungo il sentiero (purtroppo non molto curato), nella grazioza frazione di Fontane è possibile anche visitare il museo etnografico Cesare Vinaj.

Carta schematica - Itinerario 04.02

Mappa su base CTR Piemonte

A Da Bossea (825 m) a: Dislivello [m]
(andata e ritorno)
Tempo [h:mm]
(andata e ritorno)
Distanza [m]
(andata e ritorno)
Difficoltà Segnavia
B bosco di castagno (1030 m) +233 / -28
(+261 / -261)
0:55
(1:35)
-
(-)
E -

Si imbocca il sentierino (segnavia E8) che sale ai margini di un castagneto da frutto, fino a raggiungere una piccola cappella 10. Attraversata la recente pista sterrata, si ritrova il sentiero proprio alle spalle della Cappella. Mantenendosi sul versante sinistro orografico del Rio del Picco, il sentiero sale deciso. Trascurata una traccia sulla sinistra che scende al rio, il sentiero piega verso destra per raggiungere le ultime case di loc. Revelli. Si entra nella borgata fino a raggiungere la strada asfaltata, proprio dove questa ha termine. Si svolta allora a destra per imboccare la mulattiera in leggera salita che supera una fontana tra le case e, poco dopo, raggiunge un pilone votivo. La mulattiera compie quasi subito un tornante verso sinistra, oltre il quale si tralascia il sentiero a sinistra che ritorna verso la strada asfaltata e si prende la mulattiera che si stacca sulla destra. Il percorso prosegue sostanzialmente in piano 23, a mezzacosta, tra prati e rada vegetazione 1112, fino a raggiungere un rimboschimento di larici. Poco oltre, si perviene alla borgata di Case Ubbè 4, preannunciata da un secondo pilone votivo. Ora in bosco più fitto (castagno e altre latifoglie), si oltrepassa la borgata e, con una breve discesa, si raggiunge il castagneto meta dell'itinerario 6.

Originario dell'Asia minore, il castagno 1 fu importato in Italia all'epoca romana, e deve probabilmente il suo nome a Kastanis, antica città turca sul Mar Nero. Coltivato per i suoi frutti e per il legno anche al di fuori del suo habitat naturale, è ora diffuso fino a circa 1000m. di quota. Pianta assai longeva, pare possa raggiungere i 1000 anni di vita.
Le castagne, ricchissime di amidi, hanno costituito una fonte essenziale per l'alimentazione delle genti di montagna fino a pochi decenni fa. Venivano consumate sia fresche sia essiccate dopo averne ricavato della farina (il castagno era conosciuto anche come "albero del pane"). Il legno di castagno è utilizzato per palerie e come combustibile, ma anche per tavolame, travi, botti, mobili rustici. Ancor oggi il legno viene utilizzato per l'estrazione di tannino, sostanza della quale è assai ricco che viene utilizzata nella concia delle pelli. Le foglie venivano impiegate come lettiere per gli animali, mentre dai fiori di castagno si ottiene un ottimo miele.
Tutte queste proprietà, e la forte dipendenza delle popolazioni di montagna da questa pianta, hanno portato a coniare l'espressione "civiltà del castagno", in riferimento al periodo storico nel quale la sopravvivenza in montagna era legata allo sfruttamento di questa specie arborea.

[Alberi, Funghi e Frutti] [Alberi e arbusti] [Alberi d'Europa]

All'ingresso nel castagneto il sentiero si biforca: procedendo diritto in piano si raggiunge la ricostruzione in miniatura di una carbonaia.

Per agevolare il trasporto a valle della legna i "carbonai" provvedevano alla sua trasformazione in carbone. Per compiere questa operazione si ricorreva alla carbonaia, una particolare catasta di legna ricoperta di foglie e terra, nella quale della brace inserita dall'alto in un apposito camino, consentiva una combustione lenta e senza fiamma della catasta. L'operazione, di assai complessa realizzazione, richiedeva una notevole abilità e diversi giorni di lavoro.

[Percorso naturalistico, quaderno di campo]

Poco oltre si incontra il primo dei due seccatoi ristrutturati 9.

Il seccatoio era una piccola costruzione in muratura in pietra, a due piani, e tetto preferibilmente in lose; i due piani della costruzione erano separati da un graticcio in legno 5; Al piano superiore, sul graticcio, veniva disposto un primo strato di castagne con la loro buccia. I frutti venivano rivoltati più volte ed ogni 4/5 giorni veniva aggiunto un nuovo strato di circa quindici centimetri di spessore, fino ad uno spessore totale di 50/60cm. Al piano inferiore veniva acceso un fuoco di frasche, in modo da produrre poco calore ma molto fumo; la temperatura veniva controllata frequentemente e mantenuta costante. Il processo, che durava in tutto anche 30 giorni, terminava coprendo con teli le castagne e ravvivando il fuoco per l'essicamento finale.
L'essicamento non era però l'unico mezzo di conservazione della castagna. La "novena" consisteva nell'immersione in acqua corrente fredda, per nove giorni, di sacchi di iuta contenenti i frutti. Questi erano poi fatti asciugare nelle giornate di sole autunnali e le castagne, la cui germinazione veniva bloccata dal trattamento, erano pronte per il consumo.
La "ricciaia" invece era formata da un accumulo, su una base di terra battuta, di castagne ancora chiuse nei ricci. I cumuli, alti fino a 1 metro, erano quindi ricoperti con foglie, felci e terra e inumiditi periodicamente. Le castagne si conservavano così per mesi senza alterazioni.

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Prendendo il ramo di sinistra invece, una breve ma abbastanza ripida salita a fianco di un piccolo rivolo d'acqua porta al secondo essicatoio ristrutturato e, poco sopra di esso, ad una scapìta ricostruita con copertura in paglia di segale.

La scapìta 78 era una piccola e semplice costruzione, realizzata con 4 pareti chiuse da un assito non portante in legno. Il tetto era generalmente in paglia e l'intera struttura molto spesso veniva appoggiata verso valle, a guisa di sostegno, ad un grosso albero. La sua principale funzione era quella di magazzino per il fogliame.

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Accessi

Da Torre Mondovì si risale la Valle Corsaglia fino a Bossea. Proseguendo alcune decine di metri oltre le case, proprio di fronte ad un'area attrezzata per pic-nic, si stacca sulla destra della strada il sentiero per Case Ubbè e Fontana Roma.

Note

A Fontane è possibile visitare il Museo etnografico Cesare Vinaj che raccoglie testimonianze legate alla lavorazione di latte e castagne, alla fienagione, alla preparazione di carbone e tessuti.
Una segnaletica locale, diversa da quella adottata dal catasto provinciale dei sentieri, indica questo tracciato con il segnavia n.4.

Pernottamento

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Cartografia

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Ultimo aggiornamento

Attenzione! L'ultimo sopralluogo effettuato risale a molti anni fa. Il sentiero può aver subito variazioni, risultare danneggiato o anche non più percorribile!

Ultimo sopralluogo: Primavera 2007

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enrica

lunedì 27 maggio 2013

[ 79.21.*.*]

Purtroppo da case ubbè il sentiero diventa una labile traccia tra la vegetazione, il castagneto è in stato di totale abbandono, un incendio (doloso?) ha arrostito la scapita e diversi castagni, i pannelli o sono distrutti o in pessimo stato… l'impressione generale che se ne trae è una desolazione infinita...

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3 - Fontane e l'alta Val Corsaglia dalla mulattiera per Case Ubbè. Sullo sfondo, il Monte Mondolè (2004)
3 - Fontane e l'alta Val Corsaglia dalla mulattiera per Case Ubbè. Sullo sfondo, il Monte Mondolè (2004)
10 - La piccola cappella che si incontra poco sopra Bossea (2007)
10 - La piccola cappella che si incontra poco sopra Bossea (2007)
2 - La mulattiera che porta a Case Ubbè (2004)
2 - La mulattiera che porta a Case Ubbè (2004)
4 - Particolare di una scala interna di una abitazione a Case Ubbè (2004)
4 - Particolare di una scala interna di una abitazione a Case Ubbè (2004)
11 - Un altro tratto della mulattiera per Case Ubbè (2007)
11 - Un altro tratto della mulattiera per Case Ubbè (2007)
1 - Foglie di castagno (<i>Castanea sativa</i>) (2004)
1 - Foglie di castagno (Castanea sativa) (2004)
9 - Uno dei due seccatoi per castagne ristrutturati nel bosco di castagno (2004)
9 - Uno dei due seccatoi per castagne ristrutturati nel bosco di castagno (2004)
8 - Interno della scapìta (2004)
8 - Interno della scapìta (2004)
5 - Il piano inferiore di uno dei due seccatoi per castagne ristrutturati, nel bosco di castagno oltre Case Ubbè (2004)
5 - Il piano inferiore di uno dei due seccatoi per castagne ristrutturati, nel bosco di castagno oltre Case Ubbè (2004)
12 - Gli assolati pendii tra Revelli e Case Ubbè (2007)
12 - Gli assolati pendii tra Revelli e Case Ubbè (2007)
6 - Uno dei numerosi pannelli informativi che si incontrano lungo il percorso (2004)
6 - Uno dei numerosi pannelli informativi che si incontrano lungo il percorso (2004)
7 - La scapìta (costruzione per lo stoccaggio di foglie secche o paglia) ricostruita (2004)
7 - La scapìta (costruzione per lo stoccaggio di foglie secche o paglia) ricostruita (2004)