+1513 / -1015
Dislivello [m]
+1513 / -1015
Dislivello [m]
7:00 - 7:50
Tempo [h:mm]
19854
Distanza [m]
E •
Difficoltà
↷
Tipologia
Spettacolare traversata, lunga e faticosa, che offre panorami mozzafiato lungo tutto il tragitto. Si comincia con la salita al Colle di Valmiana, ai piedi del Monte Matto, in ambiente totalmente detritico, tra distese di macereti a perdita d'occhio (attenzione alla neve, possibile lungo la salita al colle anche a inizio estate); si continua con il lungo traverso verso i Laghi di Valscura, a picco sul Vallone del Valasco e con il Massiccio dell'Argentera a fare da quinta; si termina su un'ardita mulattiera ex militare che ancora conserva tratti mirabilmente lastricati e conduce al Rifugio Questa. Quasi tutto il percorso si mantiene al di sopra dei 2200 metri di quota, e tocca innumerevoli laghi e laghetti alpini, ora incastonati tra vertiginose pareti rocciose ora adagiati su poggi panoramici o circondati da prati. Il Colle di Valmiana è il punto più elevato dell'intero trekking. Con la fortuna di incontrare bel tempo, una tappa che per spettacolarità non si dimentica facilmente.
Mappa su base © OpenStreetMap contributors - licenza CC-BY-SA
A | Da Rifugio Livio Bianco (1890 m) a: | Dislivello [m] | Tempo [h:mm] | Distanza [m] | Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Colle di Valmiana (2916 m) | +1062 / -36 | 3:15 - 3:35 | 7731 | E • | N04 » N25 » N17 |
C | Passo di Costa Miana (2620 m) | +1202 / -472 | 4:30 - 5:00 | 11607 | E • | N17 » N27 |
D | Laghi inferiori di Valrossa (2485 m) | +1207 / -612 | 4:55 - 5:30 | 13021 | E • | N27 » N58 |
E | Lago inferiore di Valscura (2265 m) | +1305 / -930 | 6:05 - 6:45 | 17049 | E • | N58 » N27 » N23 |
F | Lago del Claus (2344 m) | +1433 / -979 | 6:40 - 7:25 | 18824 | E • | N22 | Via Alpina R141 | GTA |
G | Rifugio Questa (2388 m) | +1513 / -1015 | 7:00 - 7:50 | 19854 | E • | N22 | Via Alpina R141 | GTA » = » N21 | Via Alpina R141 | GTA |
Dal Rifugio Livio Bianco (1890 m) 10 si torna all'ultimo bivio incontrato nella tappa precedente, presso il Gias del Lago. Si prosegue verso sinistra, sul sentiero (segnavia N25) che taglia in diagonale il pendio detritico inerbito. Il sentiero raggiunge la base di una grande bastionata di rocce montonate e la supera sulla destra con numerosi tornanti (qui riappaiono a tratti i resti della vecchia mulattiera). Giunti al ripiano ove sorge il Gias Gros si può scorgere sulla sinistra il Lago mediano della Sella. Attraversato il pianoro erboso, si riprende a salire a tornanti tra detriti; la mulattiera, con percorso tortuoso, supera un'altra bastionata di imponenti rocce montonate, raggiunge un'imposta di caccia e perviene ad un bivio proprio ai piedi della cascatella formata dall'emissario del Lago soprano della Sella. Il ramo di destra (sempre segnavia N25), da ignorare, prosegue per il Colle della Valletta; il ramo di sinistra (segnavia N17), attraversa l'emissario e si dirige al Colle di Valmiana.
Il Lago soprano della Sella, che apparirà ben evidente durante la salita al Colle di Valmiana, con i suoi 123.000 mq è il più esteso del Parco delle Alpi Marittime.
Il sentiero (a tratti ancora mulattiera) traversa in moderata salita alla base di rocce montonate, compiendo di quando in quando qualche tornante. Quando il sentiero scavalca la bastionata, scende leggermente verso la sottostante conca detritica e la percorre con un traverso a mezzacosta sulla destra orografica. Lasciata sulla sinistra la traccia per la via normale al Monte Matto e, poco oltre, i resti di una evidente mulattiera che si stacca sulla sinistra, il sentiero si sposta sulla sinistra orografica del vallone e inizia a salire con una lunghissima serie di tornanti lungo pendii di detriti e macereti. Sul tratto più ripido del pendio, dove si perde ogni traccia della vecchia mulattiera e si prosegue su un sentierino 1, i tornanti si fanno via via più stretti e ripidi, mentre il panorama va aprendosi lentamente 11; solo quando la pendenza diminuisce, riappare la mulattiera e la salita continua con ampie svolte. Si guadagna in questo modo l'insellatura del Colle di Valmiana (2916 m, 3:15 - 3:35 dal Rifugio Livio Bianco) 212, pochi metri prima del quale si trovano i ruderi di un vecchio ricovero militare di fine Ottocento.
Durante la salita non bisogna farsi trarre in inganno dal ben evidente Passo Cabrera; situato poco ad est del Colle di Valmiana, costituisce il punto di massima depressione tra il Monte Matto e la Rocca di Valmiana ma non il punto di valico. Sebbene si presenti come un'ampia insellatura infatti, non è attraversato da itinerari escursionistici, a differenza del più elevato, e meno marcato, Colle di Valmiana.
Oltre il valico il sentiero (segnavia N17) scende inizialmente con ripidi e stretti
tornanti su fondo pietroso quindi, con ampie svolte in pietraia
13,
segue lo spettacolare costone che dal colle digrada verso la
Punta Graveiretta.
Senza raggiungere la modesta elevazione, il sentiero piega per breve tratto
verso ovest, attraversando una valletta detritica e portandosi alla base di una dorsale
rocciosa. Al bivio a quota 2483 si abbandona il segnavia N17, che scende direttamente a
Pian del Valasco,
e si imbocca a destra la diramazione per il
Rifugio Questa
(segnavia N27).
Il sentiero si addentra nel
Vallone di Valmiana,
rimontando a tornanti un pendio di magra erba e detriti
9.
Lasciata a sinistra una piccola
pozza d'acqua e, poco oltre a destra, la traccia della vecchia mulattiera che saliva ad
una imposta reale di caccia, con un ampio semicerchio tra sfasciumi il sentiero si sposta
sul versante opposto del vallone. Con un lungo traverso
8
si risale il fianco della
Costa Miana
e si raggiunge l'intaglio roccioso del
Passo di Costa Miana
(2620 m, 1:15 - 1:25 ore dal
Colle di Valmiana)
7.
Oltre il valico il sentiero entra nella
Valrossa
6
e prosegue, per alcuni tratti come mulattiera, con un lungo traverso in moderata discesa.
Perdendo quota con alcuni tornanti si raggiunge il fondo idrico del vallone, si supera su
una passerella in legno il piccolo emissario dei soprastanti
Laghi inferiori di Valrossa,
e si incontra subito dopo a destra il bivio per i summenzionati laghi (segnavia N58).
I due specchi d'acqua non si trovano lungo il sentiero, ma distano dal bivio solo pochi
minuti e meno di una quindicina di metri di dislivello.
In particolare, il più basso dei due
Laghi inferiori di Valrossa
(2485 m, 0:25 - 0:30 ore dal
Passo di Costa Miana)
14,
vicinissimo e circondato da qualche praticello, è un ottimo posto per godersi un po' di
meritato riposo.
Tornati al bivio e ripreso il segnavia N27, dopo una breve risalita a tornanti sul
versante opposto del vallone, inizia un lungo traverso quasi pianeggiante in costa
4,
dapprima su mulattiera tra pietraie, quindi su un aereo quanto panoramico sentiero che
taglia ripidi pendii inerbiti.
Quando riappare la mulattiera, si scende fino ad un
laghetto innominato
5
a quota 2385 circa, per poi riguadagnare quota con una breve risalita.
Un altro traverso pianeggiante in costa aggira le estreme propaggini della
Cima Sud di Valrossa
3
e conduce nella
Valscura
dove, con ampi tornanti, comincia la discesa che in breve immette sulla rotabile ex
militare proveniente da
Pian del Valasco.
Si segue l'ampia carrareccia (segnavia N23), in questo tratto ancora discretamente
conservata, verso destra in salita, fino al soprastante
Lago inferiore di Valscura
(2265 m, 1:10 - 1:15 ore dai
Laghi inferiori di Valrossa).
È dalla fine dell'Ottocento (una incisione sui ruderi di un ricovero riporta la dicitura "3° Compagnia Alpini, 1888") che il Lago inferiore di Valscura viene scelto come luogo di accasermamento per le truppe disposte a difesa dello strategico valico della Bassa del Druos. A partire dal 1888, quando vengono costruiti ricoveri per 140 uomini e due ufficiali, quest'area vede la realizzazione di un vasto insieme di edifici: per quasi cinquant'anni si susseguono lavori di ripristino e nuove costruzioni, fino alla definitiva trasformazione del complesso - ultima destinazione d'uso - nel deposito munizioni, esplosivi ed artiglieria individuato dalla sigla A131. Tutti gli edifici si trovano allo stato di rudere, ad eccezione dell'ex Corpo di Guardia, riattato ad abitazione privata. Le continue modifiche al sito rendono quantomai difficoltoso ricostruire con esattezza la funzione di tutti gli edifici, visto che le planimetrie militari più recenti - apparentemente piuttosto approssimative - non riportano ad esempio edifici abbandonati perché ricostruiti altrove o semplicemente non più ristrutturati.
[Fortificazioni Valle Gesso, pp.189-192]
[La casa di caccia del Valasco]
Dal lago si può proseguire diritti (ovest) per la Bassa del Druos (segnavia N24), a destra per il Colletto di Valscura (segnavia N23), e a sinistra per il Lago del Claus (segnavia N22, Via Alpina, GTA). Seguendo quest'ultima direzione, si sale un costone con qualche tornante, si attraversa in saliscendi un'ampia valletta detritica costellata di ampi massi su un incredibile tratto di strada lastricata, e si raggiunge il Lago del Claus (2344 m, 0:35 - 0:40 ore dal Lago inferiore di Valscura) 15, dominato dall'omonima Testa del Claus e luogo ideale per una piccola sosta.
Questo tratto del percorso si snoda lungo la mulattiera ex militare che collegava la Caserma del Druos e i Baraccamenti di Valscura con i Ricoveri di Fremamorta e il Ricovero Umberto I. La mulattiera costituisce uno dei migliori esempi rimasti delle strade militari costruite in Valle Gesso ed un incredibile capolavoro di ingegneria. La sua realizzazione dovrebbe essere collocabile nei primissimi anni del Novecento, forse su una preesistente mulattiera di caccia dei Savoia. Ritenuta strategica in previsione del secondo conflitto mondiale ed eletta a strada di arroccamento, nel 1929 (o negli anni immediatamente successivi) vengono effettuati lavori di ripristino da parte del Battaglione Dronero e mantenuta in perfetta efficienza. Lunga oltre 10 km, sempre a quote superiori ai 2000 metri, con una pendenza massima del 18%, presenta ancor oggi tratti mirabilmente lastricati che non mancano di suscitare stupore in chi la percorre per la prima volta. A metà del percorso si trovava il Ricovero delle Portette, di inizio '900, già intitolato al Capitano degli Alpini Eugenio Cappa e oggi divenuto rifugio CAI dedicato a Emilio Questa.
[Fortificazioni Valle Gesso, pp.164-165]
[Le strade dei Cannoni, p.176]
Poco oltre il lago si incontra un bivio segnalato: abbandonata la mulattiera ex militare che prosegue innanzi (segnavia N22, Via Alpina, GTA), si prende il sentierino che si stacca sulla destra e sale tra roccette e magra erba.
Se ci si tiene sulla mulattiera, valicato un colletto e persi una settantina di metri di quota con alcuni tornanti, si arriva ad incontrare sulla destra il sentiero per il Rifugio Questa che sale da valle.
Valicato un modesto costone che si stacca dalla Testa del Claus, con qualche svolta si scende fino ad incontrare il sentiero di accesso al rifugio (segnavia N21, Via Alpina, GTA), proveniente dal Piano superiore del Valasco. Lo si segue verso destra e, in poche decine di metri, si giunge al Rifugio Questa (2388 m, 0:20 - 0:25 ore dal Lago del Claus).
La storia del rifugio incomincia nel 1880, quando presso il
Lago delle Portette
viene costruita una piccola truna (edificio seminterrato con volta a botte) per scopi
militari.
Negli anni 1902-1903 la truna è rimpiazzata da un più confortevole ricovero, ulteriormente
rimaneggiato negli anni '30, con una modesta sopraelevazione ed un soppalco che ne hanno
portato la capienza a 25 uomini, dai 10 originari. Viene intitolato al Capitano
Eugenio Cappa,
medaglia d'argento del 1° Reggimento Alpini, deceduto sul Monte Campigoletto nel
giugno 1917.
Nel periodo compreso tra le due guerre mondiali, l'edificio viene acquisito dalla Sezione
Ligure del CAI, che lo inaugura il 28 giugno 1925. Nel 1947, dopo le distruzioni della
guerra, viene riattato, attrezzato ed ufficialmente riaperto l'1 ottobre 1950. Ulteriori
ampliamenti ed adeguamenti alle norme vigenti si sono poi susseguiti a più riprese nei
decenni successivi.
Il rifugio è dedicato a
Emilio Questa,
compagno di ascensioni di
Lorenzo Bozano
e
Bartolomeo Figari.
Con questi formò una delle cordate più famose dell'inizio del secolo;
giovane promessa dell'alpinismo italiano, moriva l'8 settembre 1906 travolto da una
scarica di sassi al rientro da una ascensione sull'Aiguille Centrale d'Arves.
Oltre ad ascensioni di indiscusso valore tecnico per l'epoca, va sottolineato il lavoro di
ricerca e valorizzazione delle Alpi Apuane delle quali, insieme a
Bozano e Rovereto, compilò la prima guida alpinistica, pubblicata dalla
Sezione Ligure nel 1905.
Emilio Questa
va inoltre annoverato tra i 16 alpinisti fondatori del
Club Alpino Accademico Italiano nel 1904.
[Fortificazioni Valle Gesso, pp.197-199]
[Rifugi e bivacchi della Sezione Ligure, pp.18-19]
L'accesso più breve al Rifugio Livio Bianco è quello descritto nella Tappa AM.01.
--
Rifugio Questa, www.rifugioquesta.it, tel. +39 0171 97338.
[AsF n.5] [Fra n.15] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo sopralluogo: Estate 2010
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