Itinerario 10.05

10.05 Percorso natura: Palanfrè - Bosco bandito di Palanfrè - Palanfrè

Percorso natura: Palanfrè (1352 m) - Bosco bandito di Palanfrè (1550 m) - Palanfrè (1352 m)

+216 / -216

Dislivello [m]

1:15 - 1:25

Tempo [h:mm]

3424

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Un breve giro ad anello che conduce ai margini di uno dei più bei boschi di faggio della regione. Il bosco, bandito al taglio da secoli per la sua funzione di protezione dalle valanghe del sottostante abitato di Palanfrè, conserva numerose piante plurisecolari.

Carta schematica - Itinerario 10.05

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 10.05
A Da Palanfrè (1352 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Bosco bandito di Palanfrè (1531 m) +216 / -37 0:50 - 0:55 2067 E =
C Palanfrè (1352 m) +216 / -216 1:15 - 1:25 3424 E = » L06 » L07

Dal posteggio a valle dell'abitato di Palanfrè (1352 m), sul lato nord-ovest ha inizio una breve pista sterrata. La si percorre per un centinaio di metri attraverso vecchi terrazzamenti e coltivi, ora utilizzati come pascolo per le mandrie bovine 2. Al termine della sterrata, un poco sulla destra vicino ad un abbeveratoio, ha inizio il sentiero del Percorso natura vero e proprio. Il sentiero, che stacca subito a destra il bivio per La Via di Téit e Vernante, attraversa dapprima un rado arbusteto di nocciolo e maggiociondolo a fianco di un rio, poi sale su pendii pascolivi tra noccioli e ginepri.

Sulla destra in alto, lungo le pendici del Monte Croce, si notano curiose strutture rocciose costituite da conglomerati 8, maggiormente resistenti all'erosione ed emersi dalle rocce circostanti. Interessante notare anche l'intricata vegetazione (nocciolo, salice, sambuco rosso, maggiociondolo) che ha invaso le sponde del rio a fianco del quale sale il sentiero.

Un tratto di salita più ripido porta ad attraversare il piccolo rio, passando sulla sua destra orografica, e a raggiungere i ricchi pascoli di Pianard 39. Quando il sentiero spiana, piega verso sinistra e, con percorso quasi a ritroso, si addentra in un boschetto di latifoglie, a prevalenza di faggio.

Il faggio (Fagus sylvatica), splendido albero dalla corteccia grigia e liscia, e dalle foglie ovali di colore verde intenso 1, è spesso presente nella narrativa popolare quale albero magico abitato da gnomi. Predilige versanti ombrosi, fino a 1800m di quota, e può vivere oltre 300 anni. Produce un ottimo legno, usato per fabbricare botti, manici di attrezzi e come combustibile. I frutti, le faggiole, sono usate come foraggio per i suini; in passato, da esse si ricavava olio commestibile e, tostate, erano usate come surrogato del caffè.

[Alberi, Funghi e Frutti, pp.16-18]
[Alberi e arbusti, pp.70-73]
[Alberi d'Europa, pp.146-147]

Si attraversa un ruscello (secco nelle stagioni siccitose) e si prosegue nel bosco con andamento pianeggiante a mezzacosta 4. Dopo aver attraversato la piccola conca dei Pascoli della Valletta ed essere rientrato nel bosco per un breve tratto, il sentiero tocca un punto panoramico e incrocia una strada sterrata ad uso agro-pastorale (1540 m circa).
Si attraversa la sterrata e si imbocca il sentiero sulla destra, trascurando la traccia che si stacca sulla sinistra nello stesso punto. Una breve risalita ai margini di una seconda e più ampia conca pascoliva 10 conduce nel tratto di Bosco bandito di Palanfrè (1535 m, 0:50 - 0:55 ore dal posteggio di Palanfrè) 5.

L'abitato di Palanfrè (o Pallanfrè come riportato su vecchie carte), si trova ai piedi dei ripidi pendii pascolivi della Costa Pianard, in posizione assai rischiosa per la caduta di valanghe. A protezione dell'abitato, sin dai primi anni del '700 ma probabilmente anche in data antecedente, era stato bandito il taglio del bosco di faggio a monte delle case. I "Bandi Campestri" custoditi negli archivi del comune di Vernante, datati 1741, sono la prima testimonianza scritta dello stato di protezione ("Bosco Bandito") cui era sottoposto il bosco. Così preservata, la bellissima faggeta ha prima fatto parte, dal 1979, della Riserva Naturale Bosco e Laghi di Palanfrè per poi essere accorpata, nel 1995, al Parco Naturale dell'Argentera, dando vita al Parco Naturale delle Alpi Marittime. Il bosco, con una estensione di oltre 20 ettari, è toccato solo marginalmente dal sentiero. Nonostante questo è possibile notare la maestosità di alcuni esemplari di faggio che lo compongono.

[Boschi del Piemonte, pp.42-45]

Si scende ora abbastanza ripidi ai margini della splendida faggeta, passando a fianco di faggi secolari, almeno uno dei quali supera i 350 anni 67. Il sentiero si immette su una mulattiera, che si segue in discesa verso destra. Poco oltre la mulattiera si immette su una strada sterrata (segnavia L06) e anche in questo caso la si segue verso destra.
Si ignora dopo pochi metri la mulattiera che si stacca a sinistra e si perde quota con un paio di tornanti. Al terzo tornante si lascia a destra la mulattiera per il Lago degli Alberghi e il Lago inferiore del Frisson e si prosegue a sinistra (segnavia L07).
La sterrata si immette a sua volta su una stradina asfaltata che costeggia dal basso la bella borgata di Palanfrè (1370 m, 0:25 - 0:30 ore dal Bosco bandito di Palanfrè), quindi conduce alla piccola cappella del paese e, da lì, al posteggio punto di partenza dell'itinerario 11.

Accessi

Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Vermenagna in direzione di Limone Piemonte fino all'abitato di Vernante. A Vernante si svolta a destra per Palanfrè. A valle della borgata si trova un ampio posteggio per lasciare l'auto.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[Fra n.16] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.114] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Autunno 2015

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10 - L'alternanza di pascoli e boschi caratterizza tutto il percorso (2007)
10 - L'alternanza di pascoli e boschi caratterizza tutto il percorso (2007)
1 - Foglia di faggio (<i>Fagus sylvatica</i>) (2003)
1 - Foglia di faggio (Fagus sylvatica) (2003)
2 - I pascoli a valle dell'abitato di Palanfrè (2004)
2 - I pascoli a valle dell'abitato di Palanfrè (2004)
7 - Il bosco bandito di faggio (2005)
7 - Il bosco bandito di faggio (2005)
4 - Il bosco di latifoglie a prevalenza di faggio (2004)
4 - Il bosco di latifoglie a prevalenza di faggio (2004)
11 - Palanfrè (2007)
11 - Palanfrè (2007)
3 - I pascoli di Pianard ancora coperti di neve. Sullo sfondo, il Bec d'Orel (2004)
3 - I pascoli di Pianard ancora coperti di neve. Sullo sfondo, il Bec d'Orel (2004)
6 - Uno dei più vecchi esemplari di faggio del bosco bandito: si stima un'età di circa 350 anni (2005)
6 - Uno dei più vecchi esemplari di faggio del bosco bandito: si stima un'età di circa 350 anni (2005)
8 - Gli affioramenti di rocce conglomerate lungo le pendici del Monte Croce (2007)
8 - Gli affioramenti di rocce conglomerate lungo le pendici del Monte Croce (2007)
9 - I pascoli di Pianard, dominati dal Bec d'Orel (2007)
9 - I pascoli di Pianard, dominati dal Bec d'Orel (2007)
5 - Il bosco bandito di faggio (2005)
5 - Il bosco bandito di faggio (2005)