10.15 Casali Barat - Rifugio Capanna Chiara - Colle Vaccarile - Tetti Almellina - Casali Barat
Casali Barat (1067 m) - Casali Braia (1282 m) - Rifugio Capanna Chiara (1448 m) - Colle Vaccarile (2046 m) - Colletto Mirauda (2028 m) - Tetti Almellina (1362 m) - Casali Barat (1067 m)
+1030 / -1030
Dislivello [m]
4:55 - 5:35
Tempo [h:mm]
11733
Distanza [m]
E
Difficoltà
Tipologia
123456789101112
Periodo consigliato [mese]
Decisamente spettacolare il tratto in quota di questo itinerario, lungo l'ampia e
prativa dorsale che unisce il Monte Jurin e la Punta Mirauda, dove la vista spazia dal Marguareis
alla Rocca dell'Abisso. Sia la salita, sulla lunga strada sterrata per la Capanna Chiara, sia il ripido
sentiero che scende nel bosco per i Tetti Almellina, sono tuttavia piuttosto lunghe e monotone.
A
Limone Piemonte,
da Via Almellina (1067 m) parte una strada sterrata diretta alla
Rifugio Capanna Chiara
(segnavia L11).
La sterrata incontra subito i
Casali Barat
(1091 m),
che lascia sulla destra; poco dopo, si trascura sempre sulla destra il
sentiero per la
Maira Gavel
e i
Tetti Astegiani,
continuando sulla rotabile in salita abbastanza ripida.
La strada stacca ancora a sinistra il sentiero per
Tetti Veuva,
poi sulla destra il raccordo con il sentiero per
Maira Gavel.
Alla successiva biforcazione, si lascia a sinistra la pista sterrata per i
Tetti Almellina
(segnavia L11, utilizzata per il rientro) e si prosegue innanzi fino ai vicini ruderi dei
Casali Braia
(1282 m, 0:35 - 0:40 ore dai
Casali Barat).
Senza entrare tra le case, la strada sterrata piega a destra e sale con ampie
svolte, alternando ripidi strappi a tratti più dolci.
Giunti ai ruderi di
Maire Gavel
(1408 m, fontana), si lascia a destra la traccia che scende verso
Limone Piemonte,
tenendosi sempre sulla sterrata che raggiunge un ampio pianoro prativo.
All'ingresso del pianoro, si ignora una palina che indica a sinistra il
sentiero, ormai quasi scomparso, per il
Monte Jurin;
seguendo la rotabile fin presso un impianto di risalita, si lascia a sinistra anche una pista
sterrata diretta al
Monte Jurin
e si arriva al
Rifugio Capanna Chiara
(1448 m, 0:30 - 0:35 ore dai
Casali Braia)
1.
Tornati sui propri passi, si imbocca la pista sterrata (ora a destra) per il
Monte Jurin.
La pista sale tra i prati, stacca a destra una mulattiera inerbita (non segnalata) per il
Colletto Sud del Cros
(segnavia L24)
e termina poco oltre.
Qui una delle poche paline indica di proseguire sul sentiero a destra per il
Colle Vaccarile
(segnavia L27).
Il sentiero, ora panoramico
2,
s'innalza con un lunghissimo traverso tra prati e
roccette affioranti. Superato un costone, il sentiero piega a est nord-est e continua
il traverso, quindi volge ad est ed entra nella valletta prativa alla testata della
Valle Gorgiassa.
Dopo aver attraversato un gias, il sentiero riprende a salire piuttosto ripido e si biforca:
si lascia a sinistra la via diretta per il
Colle Vaccarile
(segnavia L27) e ci si tiene a destra, su una evidente traccia che s'inerpica sul versante
destro orografico, non lontana dal fondo idrico della valletta.
La via più breve per il
Colle Vaccarile
è il sentiero di sinistra. Verso destra invece, si allunga un poco il percorso ma
si percorre lo spettacolare crinale tra la
Cima Baban
e la
Punta Melasso.
Con numerosi stretti tornanti si arriva ad una soprastante conca prativa
3,
dove il sentiero piega verso sinistra.
Giunti nei pressi dello spartiacque con la Valle Pesio, ci si lascia guidare
dai paletti segnavia tra bei prati e macchie di rododendri
45.
Il sentiero tende a scomparire, e si raggiunge un po' a intuito il vicino e ben segnato sentiero
che percorre l'ampia displuviale (segnavia H18).
Tenendosi sempre sul versante della Valle Vermenagna, seppur di poco, si segue verso nord (sinistra)
il bel sentiero che asseconda le poche ondulazioni della displuviale,
6,
passa ad ovest della modesta
Punta Melasso
(dove il segnavia diventa L27) e giunge al
Colle Vaccarile
(2046 m, 2:05 - 2:20 ore dal
Rifugio Capanna Chiara).
E' il 24 luglio 1944: un grosso bombardiere quadrimotore americano, un B-17 Fortezza Volante,
viene visto sorvolare a bassissima quota la Valle Pesio: dopo aver compiuto una
brusca virata, l'aereo "spancia" nella zona del
Colle Vaccarile.
L'urto è violento,
sebbene sembri si sia trattato di un atterraggio di emergenza: l'impatto distrugge la cabina di
pilotaggio, si spezzano le ali, ma la fusoliera resta sostanzialmente integra.
Subito i partigiani presenti in valle accorrono nella zona dell'incidente ma,
con loro stupore, non trovano uomini o salme all'interno, e nemmeno si sono visti paracadute
aprirsi in cielo. I partigiani recuperano dal velivolo indumenti, qualche mitragliatrice pesante con
poche munizioni ed altro materiale, tra cui apprezzatissime - in tempo di guerra - sigarette americane!
Nei giorni seguenti sono i montanari a smontare pezzo a pezzo l'aereo per recuperare metalli e quant'altro
possa essere vendibile o riciclabile, fino a far sparire quasi completamente il grosso bombardiere.
Il mistero dell'equipaggio fantasma verrà tuttavia svelato solo molti decenni più tardi grazie a ricerche
storiche e testimonianze: un incendio ai motori che minaccia l'intero velivolo spinge l'equipaggio a
lanciarsi e l'aereo, inaspettatamente ed autonomamente, termina la sua corsa quasi dolcemente sui pendii
all'ombra della
Bisalta.
[Ali spezzate, pp.49-114]
Sul poco marcato valico si lascia a destra il sentiero che scende al vicino
Gias Vaccarile soprano
(segnavia H12),
e si piega lentamente verso ovest (segnavia L11B)
78
per arrivare al vicino
Colletto Mirauda
(2028 m, 0:05 - 0:10 ore dal
Colle Vaccarile).
A onor del vero, come sostiene la Guida ai Monti d'Italia, il
Colletto Mirauda
si trova sulla dorsale che collega la
Punta Agugion
alla
Colla Piana.
Le paline in loco, e anche la cartografia recente, invece collocano in questo punto il
Colletto Mirauda,
assegnando il toponimo di
Porta Colletto
all'altro valico.
Anche in questo caso, sul poco evidente colletto si incontra una biforcazione:
di fronte una traccia punta a nord verso il
Bric Costa Rossa
(segnavia L11),
mentre a sinistra una traccia scende con un paio di tornanti
(sempre segnavia L11).
Poco sotto il sentiero torna evidente e perde quota assai ripido per i pendii
pascolivi con stretti tornanti, poi si porta sul crinale che chiude a settentrione la
Valle Almellina.
Si tocca il
Gias Ghigiet,
poi si segue a lungo in discesa l'assolato crinale, spesso tra
vegetazione erbacea invadente. Intorno a quota 1730 il sentiero piega a sud-ovest ed entra nel bosco:
la discesa prosegue tuttavia a lungo e con pendenze sostenute fino ai ruderi dei
Tetti Almellina
(1362 m, 1:10 - 1:15 ore dal
Colletto Mirauda)
9.
All'ingresso della borgata si lascia a destra il sentiero per i
Tetti Veuva
e
Vernante,
e si svolta a sinistra, scendendo tra le abitazioni su una vecchia mulattiera.
La mulattiera segue un costone e scende ripida a tornanti; giunta nei pressi
del torrente la mulattiera diminuisce la pendenza e segue il corso d'acqua
lungo la sponda destra idrografica.
Poco a valle si attraversa il torrente su un ponte in cemento e si giunge su una
pista inerbita, che si segue verso destra.
In qualche decina di metri la pista si immette sulla strada sterrata già percorsa
all'andata, poco a valle dei
Casali Braia.
Seguendo in discesa la sterrata si ritorna ai
Casali Barat
(1091 m)
e quindi alla partenza dell'itinerario
(1067 m, 0:30 - 0:35 ore dai
Tetti Almellina).
Accessi
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Vermenagna fino a Limone Piemonte.
All'inizio del paese si tiene la sinistra per Corso Torino (Stazione FF.SS.), poi si
sottopassano i binari e si percorre Via Valleggia, quindi Via Almellina, dove ha inizio
l'itinerario. Qualche posto auto disponibile in uno slargo sterrato.
Note
Itinerario sconsigliato in piena estate.
Pernottamento
--
Cartografia
[Fra n.16] [AsF n.4] [Blu n.2] [IGC n.114] [IGC n.8] I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo aggiornamento
Ultimo sopralluogo: Primavera 2017
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3 - Panorama verso valle dalla conca prativa ai piedi della Cima Baban (2017)5 - Fenomeni di erosione carsica nei pressi del Colle Vaccarile (2017)6 - La dorsale prativa che conduce al Colle Vaccarile (2017)7 - Panorama sulle Alpi Marittime dal sentiero tra il Colle Vaccarile e il Colletto Mirauda (2017)1 - Il Rifugio Capanna Chiara (2017)2 - Limone Piemonte e, a sinistra, la Rocca dell'Abisso dal sentiero a monte del Rifugio Capanna Chiara Vallone del Cros (2017)9 - Iscrizione ai Tetti Almellina (2017)8 - Paradisia (Paradisea liliastrum) (2017)4 - Rododendri in fiore con le Alpi Marittime sullo sfondo dai pressi del Colle Vaccarile (2017)
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