Itinerario 07.15

07.15 Parco archeodidattico della Roccarina - Castello Mombrisone - Parco archeodidattico della Roccarina

Parco archeodidattico della Roccarina (600 m) - Laghetto Peschiere (578 m) - Castello Mombrisone (700 m) - Grangia del Castellar (638 m) - Parco archeodidattico della Roccarina (600 m)

+197 / -197

Dislivello [m]

1:45 - 2:00

Tempo [h:mm]

6389

Distanza [m]

T 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Si tratta di una passeggiata poco faticosa, che si svolge quasi totalmente su sterrate o piste forestali. Lunghi i tratti all'interno del bosco. Gli elementi di maggior interesse sono sicuramente la Grangia del Castellar (ottimo punto panoramico) e il Parco archeodidattico della Roccarina.

Carta schematica - Itinerario 07.15

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 07.15
A Da Parco archeodidattico della Roccarina (600 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Laghetto Peschiere (578 m) +36 / -58 0:30 - 0:35 2018 T = » H22 » = » H28
C Castello Mombrisone (700 m) +166 / -66 1:05 - 1:15 4022 T H28 » =
D Grangia del Castellar (638 m) +197 / -159 1:35 - 1:50 5936 T =
E Parco archeodidattico della Roccarina (600 m) +197 / -197 1:45 - 2:00 6389 T =

Al margine settentrionale dello slargo dove si è lasciata l'auto (600 m), ha inizio una strada sterrata (chiusa da una sbarra e indicata da una grossa insegna in legno con la scritta "Flamulasca"). La strada sale per un centinaio di metri poi si biforca: lasciato il ramo di fronte si inverte la direzione di marcia e, volgendo a sinistra (segnavia H22), si raggiunge il Parco archeodidattico della Roccarina 13.

In effetti, nel pur breve tragitto lungo la strada sterrata, circa a metà si incontra un sentiero inerbito sulla sinistra che conduce direttamente alla "Roccarina". Il risparmio è solo di poche decine di metri.

Il parco archeodidattico 28 nasce per completare ed integrare la visita alla sezione archeologica del Museo "Giuseppe Avena". La vita preistorica viene illustrata attraverso la ricostruzione della parte di un villaggio dell'Età del Bronzo finale (XII-VIII sec. a.C.) dedicata alle attività manifatturiere. In questa ricostruzione troviamo la tettoia per la metallurgia, una grossa capanna per la lavorazione di metalli, ossa e corna, una capanna di dimensioni minori per la lavorazione della terracotta, un vasca per l'argilla e una fornace per la terracotta.

[Pannello informativo in loco]

Dopo aver obbligatoriamente curiosato all'interno della ricostruzione del villaggio preistorico, si prosegue lungo la strada sterrata in direzione ovest. Si ignora quasi subito il sentiero a destra (palina) per la Grangia Certosina e il Punto Panoramico (utilizzato per il ritorno) e si continua diritti. La strada si trasforma in pista sterrata e piega a destra, salendo adagio fino ad immettersi, dopo neanche duecento metri, su una strada sterrata. Si segue la sterrata verso sinistra (ma nel percorso di rientro qui si utilizzerà il ramo di destra), fino ad un gruppo di abitazioni, dove ci si immette ancora in una strada sterrata. Si va a destra, ma solo per qualche decina di metri, fino ad un trivio: si trascurano la prima sterrata sulla destra (usata per il rientro), e la sterrata che prosegue diritta (segnavia H22); si imbocca invece una pista sterrata, a metà tra le due strade, che scende nel bosco in direzione di Montefallonio.
La pista prosegue a lungo, nel bosco o ai margini di radure, poi piega bruscamente a sud-ovest (sinistra), supera un impluvio e giunge ad un crocevia: si prosegue tenendosi a destra ed ignorando le tre deviazioni sulla sinistra (la seconda delle quali per Montefallonio). In leggera discesa si arriva a passare un piccolo rio in corrispondenza del Laghetto Peschiere (578 m, 0:30 - 0:35 ore dal Parco archeodidattico della Roccarina) 4, che si sfila lasciandolo sulla destra.
La pista sterrata volge ora a sinistra e, nel tratto rettilineo seguente la si deve abbandonare per imboccare il sentiero (segnalato) sulla destra. Il sentiero (da qui segnavia H28) s'innalza con pochi tornanti all'interno di una pineta e raggiunge un piccolo slargo: si ignora la pista a destra per la Cascina Peschiera (chiusa da una sbarra) e si segue la strada sterrata a sinistra.
La strada punta a lungo verso nord, sempre pianeggiante e all'interno del bosco, poi si affaccia sulla pianura e piega a destra. Un lungo tratto pianeggiante verso est precede una breve discesa ad immettersi su una più ampia strada sterrata: si va a destra, abbandonando il segnavia H28 e riprendendo quota. Al primo tornante, si trascura la pista che procede innanzi e si svolta a destra, invertendo di fatto la direzione di marcia. Quando la sterrata termina, in una sorta di slargo, si ignora la pista che continua diritta e si piega a sinistra, lungo una mulattiera in leggera salita. La mulattiera stacca di fronte un sentiero pianeggiante e volge a destra, salendo con un paio di tornanti al Castello Mombrisone (700 m, 0:35 - 0:40 ore dal Laghetto Peschiere) 5, sulla sommità della collina.

Nel 1840, il Cav. Giuseppe Arena, già proprietario dello stabilimento idroterapico alla Certosa di Pesio, e della vetreria di Chiusa di Pesio, fece costruire sulla cima di questa modesta elevazione una palazzina di caccia. Alla struttura, a pianta ottagonale in stile neoclassico, si accedeva tramite quattro grossi portali. Una scala interna saliva ad un primo terrazzo e da qui, una scala a chiocciola, conduceva al secondo terrazzo al centro del quale si trovava un lucernaio. Il lucernaio illuminava la sala sottostante, decorata con stucchi e affreschi raffiguranti scene di caccia con la dea Diana. La casa era rivestita in pietra e marmo e circondata da un giardino all'inglese. Già dalla fine del XIX secolo, l'abbandono, l'umidità e l'asportazione dei rivestimenti hanno tolto decoro alla palazzina, che da alcuni anni è divenuta proprietà del Comune di Chiusa di Pesio.

[Pannello informativo in loco]

Sul lato opposto una sorta di pista sterrata scende dalla collina, lascia a destra una mulattiera e, dopo pochi metri, presso una bella radura con vista sulla Bisalta, si immette su un'altra pista sterrata. Si va a sinistra e si rientra nel bosco, con qualche scorcio che si apre sull'abitato di Chiuda di Pesio. La pista stacca un sentiero in discesa a sinistra ed termina ad un crocevia: a sinistra un sentiero sale ai ruderi della Chiesa di Sant'Andrea, più o meno di fronte un sentiero scende alla Grangia del Castellar, mentre sulla destra si trovano un sentiero per la sottostante Cascina Forno ed uno che si perde in piano nei boschi.

La salita ai ruderi della Chiesa di Sant'Andrea richiede solo pochi minuti, ma del vecchio edificio resta veramente poco: anche l'unico arco rimasto, senza la chiave di volta, minaccia di non resistere in piedi ancora a lungo.

Si prosegue in direzione della Grangia del Castellar (e del Parco archeodidattico della Roccarina): il sentiero perde quota nel bosco con un lungo traverso, poi piega a destra e si immette sulla strada sterrata al servizio di Cascina Forno.
Si segue la sterrata verso sinistra e si giunge ad un trivio, dove si torna sul percorso seguito all'andata: si svolta a sinistra per poche decine di metri, poi ci si tiene ancora sulla sterrata che si stacca a sinistra. Quando la sterrata si biforca nuovamente, si abbandona il percorso già noto e si continua diritti su una pista sterrata. La pista compie un lungo semicerchio verso destra e giunge sul poggio su cui sorgono i ruderi della Grangia del Castellar (638 m, 0:30 - 0:35 ore dal Castello Mombrisone) 67.

La documentazione disponibile attesta della donazione, della zona detta del "Castellar", da parte dei Signori di Morozzo ai monaci Certosini nel 1206. La tradizione popolare vuole che i monaci stabilissero qui il loro primo insediamento in attesa della realizzazione della Correria e della Certosa di Santa Maria. Le dispute tra Certosini e Chiusani per i possedimenti al Castellar videro uno degli episodi più violenti nel 1318, quando l'edificio di proprietà dei religiosi venne dato alle fiamme. Ricostruita, la Grangia del Castellar giunse fino al 1802, quando un editto Napoleonico impose l'alienazione di tutti i possedimenti dei religiosi: in quella data, la "casa rustica denominata Castlà in località Roccarina" disponeva anche di un appezzamento di terreno di 74 "giornate piemontesi".

[Pannello informativo in loco]

Vicino alla grangia è stato costruito un ampio terrazzo panoramico. Sul lato nord del vecchio edificio si stacca un sentiero che scende alla sede del Parco e all'area archeodidattica, ma anche sul lato est della grangia si trova un sentiero per l'area archeodidattica.

Il sentiero che si stacca a nord dell'edificio consente di compiere un brevissimo anello per chi vuole effettuare la sola visita della grangia e dell'area archeodidattica.

Dei due, il secondo è più breve ed agevole, anche se la partenza non si individua immediatamente. Il sentiero comunque scende nel bosco, si porta in qualche minuto ai piedi della elevazione rocciosa su cui ci si trovava (le cui pareti verticali sono oggi una palestra di arrampicata) e termina al centro del Parco archeodidattico della Roccarina.
Da qui si ridiscende allo spiazzo lungo la strada provinciale da cui ha avuto inizio l'itinerario (600 m, 0:10 ore dalla Grangia del Castellar).

Accessi

Da Chiusa di Pesio si raggiunge la sede del Parco del Marguareis, proseguendo poi per circa 300 metri in direzione di Vigna. Sul lato destro della carreggiata si incontra un piccolo slargo sterrato dove è possibile lasciare l'auto.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[Fra n.16]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Inverno 2017

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7 - Panorama sul Monte Besimauda dalla Grangia del Castellar (2017)
7 - Panorama sul Monte Besimauda dalla Grangia del Castellar (2017)
1 - La capanna per la lavorazione dei metalli e la tettoia per la metallurgia al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
1 - La capanna per la lavorazione dei metalli e la tettoia per la metallurgia al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
8 - Uno dei molti pannelli informativi al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
8 - Uno dei molti pannelli informativi al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
4 - Il Laghetto Peschiere (2017)
4 - Il Laghetto Peschiere (2017)
2 - La capanna per la lavorazione della terracotta al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
2 - La capanna per la lavorazione della terracotta al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
3 - La fornace per la terracotta al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
3 - La fornace per la terracotta al Parco archeodidattico della Roccarina (2017)
5 - Il Castello Mombrisone (2017)
5 - Il Castello Mombrisone (2017)
6 - La Grangia del Castellar (2017)
6 - La Grangia del Castellar (2017)