Carnino inferiore (1355 m) -
Tetti delle Donzelle (1516 m) -
Rifugio Ciarlo Bossi (1526 m) -
Passo delle Saline (2177 m)
Dalla bella borgata di Carnino inferiore si risale, in ambiente carsico,
al Passo delle Saline, sempre su sentieri evidenti. Intrigante il passaggio
nella stretta Gola delle Saline.
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A
Da Carnino inferiore(1355 m) a:
Dislivello [m] (andata e ritorno)
Tempo [h:mm] (andata e ritorno)
Distanza [m] (andata e ritorno)
Difficoltà
Segnavia
B
Tetti delle Donzelle(1516 m)
+161 / -0 (+161 / -161)
0:25 - 0:30 (0:45 - 0:50)
860 (1720)
T
A05
C
Rifugio Ciarlo Bossi(1526 m)
+175 / -4 (+179 / -179)
0:30 - 0:35 (0:50 - 0:55)
1031 (2062)
T
A05 » =
D
Passo delle Saline(1)(2177 m)
+826 / -4 (+830 / -830)
2:15 - 2:35 (3:50 - 4:20)
4389 (8778)
E
A05
(1) Inclusa la deviazione al Rifugio Ciarlo Bossi.
Dal posteggio a valle della borgata (1355 m)
si raggiunge la vicina
Cappella di San Rocco
a
Carnino inferiore
(1359 m),
edificata nel XVIII secolo. Svoltando a sinistra dopo la chiesa,
s'imbocca il sentiero per il
Passo delle Saline
(segnavia A05) e il
Rifugio Mongioie
(segnavia A06,
"Sentiero Ignazio Abbo").
Si sale attraverso la borgata
14
(fontana) su comoda mulattiera
3.
Usciti dal paese, si guadagna quota con diversi tornanti nel
fresco bosco di latifoglie (a prevalenza di acero e frassino).
Si attraversa lo sterrato che sale al
Rifugio Ciarlo Bossi
proseguendo su mulattiera, a tratti ridotta a sentiero.
Ritrovato lo sterrato, lo si segue in salita fino ad incontrare una biforcazione:
a destra si prosegue per la
Colla di Carnino
e il
Rifugio Mongioie
(segnavia A06), a sinistra per il
Rifugio Ciarlo Bossi
e il
Passo delle Saline
(segnavia A05).
Seguita quest'ultima direzione, si lasciano a destra i pochi ruderi di
Tetti delle Donzelle
(1516 m, 0:25 - 0:30 ore da
Carnino inferiore)
e, poco dopo, sulla sinistra, si trascura anche la brevissima deviazione
(circa un minuto) per il
Rifugio Ciarlo Bossi
(1526 m, 0:05 ore da
Tetti delle Donzelle)
13.
A monte del rifugio, addentrandocisi nel
Vallone delle Saline,
il bosco si dirada. Si taglia in salita un pendio detritico inerbito
4,
punteggiato di arbusti di rosa, sorbo montano e ginepro,
puntando in direzione della stretta
Gola delle Saline.
Avvicinandosi alla gola, le pendenze diventano più sostenute;
l'angusto passaggio attraverso rocce calcaree
125
si supera dapprima con alcuni tornanti sul versante sinistro orografico, poi con
un traverso in diagonale ed infine, lasciata a destra la diramazione per il
Monte Mongioie,
attraversando un piccolo rio per spostarsi sul lato destro orografico.
All'uscita della gola si incontra una croce in ferro in memoria di Elisabetta Pastorelli
deceduta nel dicembre del 1883 in una tormenta di neve.
Elisabetta viveva a
Carnino,
col marito Bartolomeo e i due figli Enrico e Gianbattista, di 14 e 15 anni.
La famiglia era proprietaria di un castagneto in Val Ellero, presso
Prea.
Per recuperare le molte castagne essiccate ancora rimaste, Elisabetta e i suoi due figli
intrapresero i lungo cammino che, in cinque o sei ore, attraverso il
Passo delle Saline,
Pian Marchisio
e il
Ponte Murato,
li avrebbe portati a
Prea.
Giunti al seccatoio si fermarono un paio di giorni per sistemare le cose per
l'inverno, poi l'ultima sera riempirono i sacchi per le castagne e si prepararono
a partire la mattina seguente.
Il meteo però aveva incominciato a volgere al brutto e, durante la salita al
Passo delle Saline,
una fitta nevicata inizio a sferzare i tre viandanti.
Al colle già si sprofondava abbondantemente: la fatica, il peso e il freddo stavano
lentamente vincendo la resistenza di Elisabetta. Giunti presso il
Gias delle Saline,
sapendoli ormai non lontano da casa, Elisabetta mentì ai figli per metterli in salvo:
fingendo di aver perso la borraccia e voler tornare a recuperarla, li invitò a
scendere da soli in paese e riferire quanto accaduto.
I figli si salvarono, ma stessa fortuna non ebbe la madre, che perì sotto la tormenta.
Oggi una muta croce in ferro racconta della disgrazia e apre uno spiraglio sulla difficile
vita in montagna nei secoli passati.
[Alpidoc n.92, pp.78-87]
Il paesaggio cambia ora in maniera evidente: verticali pareti rocciose
lasciano il posto a dolci declivi pascolivi dall'inconfondibile aspetto carsico
67.
Lasciata sulla sinistra la deviazione per la
Cima Pian Ballaur
e la
Cima delle Saline
e, poco oltre, il riattato
Gias delle Saline,
si prosegue a salire tra conche prative
89.
Trascurata un'altra traccia a sinistra per le due cime sopra menzionate,
ci si eleva decisi fino all'ampia depressione del
Passo delle Saline
(2177 m, 1:45 - 2:00 ore dal
Rifugio Ciarlo Bossi)
121110.
Come suggerisce il toponimo, in tempi passati il
Passo delle Saline
ha costituito un frequentato valico di una importante "Via del Sale",
percorsa per portare il prezioso bene dalla Liguria al basso Piemonte.
La Via del Sale seguiva molto probabilmente il tracciato di una strada romana
realizzata nel sec. I a.C. per collegare Acqui ad Albenga, che sfruttava a
sua volta il tracciato di percorsi (detti leys) utilizzati da popolazioni
Celtiche e Liguri.
Il sale ha rappresentato per anni un elemento irrinunciabile, utilizzato
per conservare i cibi e per la corretta alimentazione di alcuni animali da
allevamento. Un deposito per la conservazione e lo stoccaggio del sale era
situato nei pressi dell'abitato di
Rastello, in Val Ellero,
nella località adesso nota come
'Casa del Sale'.
[Escursioni in media e bassa valle, p.21] [-]
Al colle si trovano il sentiero che sale a sinistra a
Cima delle Saline
(segnavia A44),
il sentiero che punta verso destra in direzione del
Monte Mongioie
(segnavia G15)
ed infine il sentiero che scende in Valle Ellero (segnavia G03).
Accessi
Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino
a Ponte di Nava, dove si prende il bivio a destra per Viozene, Carnino e Upega.
Prima del ponte sul Rio Carnino si trova la deviazione sulla destra per
Carnino. A Carnino inferiore (posteggio) si lascia l'auto.
Note
Parte della traccia GPS è stata fornita da Marco Alifredi (Aree Protette Alpi Marittime)
a seguito dello spostamento del sentiero sul versante meridionale del Passo delle Saline.
Pernottamento
Le opportunità di pernottamento non sono indicate nelle
escursioni giornaliere ma solo nelle tappe dei trekking.
Cartografia
[Asf n.3] [Fra n.19] [Blu n.2] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione
Bibliografia.
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AlpiCuneesi.it
mercoledì 17 gennaio 2024
[ 37.161.*.*]
Recenti lavori di risistemazione nel tratto che scende dal Passo delle Saline hanno portato a uno spostamento del sentiero verso est. La traccia GPS è stata ora aggiornata grazie anche al supporto del personale del Parco del Marguareis.
3 - La mulattiera che attraversa Carnino inferiore (2006)12 - Il sentiero a mezzacosta che supera la Gola delle Saline (2006)4 - Panorama verso valle dal basso Vallone delle Saline: a destra il pendio detritico ai piedi di verticali pareti calcaree (2006)7 - Astro delle Alpi (Aster alpinus) (2006)6 - I pendii pascolivi, su terreno carsico, nell'alto Vallone delle Saline. Sullo sfondo, il Passo delle Saline (2006)2 - La cresta spartiacque dal Passo delle Saline. Sullo sfondo, a destra, il Monte Mongioie (2004)1 - Al Passo delle Saline (2004)11 - Il Monte Mongioie (2006)5 - La Gola delle Saline (2006)10 - Cima delle Saline dal passo omonimo (2006)9 - Botton d'oro (Trollius europaeus) (2006)14 - Carnino inferiore (2011)13 - Il Rifugio Ciarlo Bossi (2003)8 - Panorama verso la Valle Tanaro dal Passo delle Saline (2006)
Un'escursione guidata non serve a farti trovare il sentiero, ma a farti
osservare quello che si incontra lungo il cammino.
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