Colla dei Termini (2011 m) -
Colla del Pizzo (2196 m)
Piacevolissima escursione, con poco dislivello, che si svolge interamente lungo la dorsale
che collega la Colla dei Termini alla Colla del Pizzo. Ampio il panorama lungo tutto il
percorso, dal mare alle vicine vette delle Alpi Liguri.
Gli appassionati di storia, con due brevi deviazioni dal percorso descritto, potranno vistare
i resti di trinceramenti francesi risalenti alla fine del Settecento.
Uniche pecche la lunga e sconnessa strada sterrata per arrivare alla Colla dei Termini e la
presenza di mandrie e greggi al pascolo.
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Il sentiero (segnavia A18) ha inizio proprio alla
Colla dei Termini
(2011 m)
1
in corrispondenza del grosso cartello in metallo
8
che indica le direzioni per
Frabosa soprana
e
Ormea.
E' il 20 dicembre 1877. Una piccola comitiva di 10 persone, perlopiù giovani donne,
s'incammina alle prime luci dell'alba da
Fontane di Frabosa sottana.
La loro meta è la Liguria, terra nella quale avrebbero passato l'inverno per lavorare come
"olivere", raccoglitrici di olive, per far ritorno in primavera con qualche soldo e un po'
di prezioso olio.
C'è chi la strada la conosce bene, chi la percorre per la prima volta, ma quella mattina il
destino serba per loro una sorte malevola: i malcapitati giungono nel punto più alto
della traversata, la
Colla dei Termini,
ormai da ore sotto la bufera di neve. Tutto è bianco, il freddo e il vento
non danno scampo a nessuna delle sei donne del gruppo; si salvano solo i quattro ragazzi,
anche se uno dovrà essere ricoverato per i sintomi da assideramento.
Giunto a conoscenza della tragedia, il Sindaco di Ormea, Cav. avv. Barli, ordina a un gruppo
di robusti uomini di recarsi sul posto «provvisti di cordiali» alla ricerca dei dispersi:
le vittime verranno trovate, portate a spalla a
Ormea
e ivi sepolte a spese del Municipio.
Ricostruita la vicenda, ormai presente solo nella tradizione orale, l'Associzaione "E Kyè" di
Fontane ha deposto nel luglio 2018 una targa commemorativa proprio sul termine di
confine presente alla
Colla dei Termini.
[Una voce tra i monti, Marzo 2018, n.1, pp.12-18]
L'evidente traccia taglia in direzione ovest sud-ovest le pendici settentrionali della
Punta dei Termini,
dapprima su pendii coperti di mirtilli e rododendri, poi tra piccoli arbusti
(in prevalenza sorbo degli uccellatori e ontano verde).
In questo tratto iniziale sono numerose le tracce lasciate dalle mandrie al pascolo,
ma l'individuazione del sentiero non crea problemi grazie all'aiuto della segnaletica orizzontale.
Per visitare i resti dei trinceramenti napoleonici presenti sulla
Punta dei Termini11,
invece, bisogna spostarsi in assenza di sentiero. La vetta si trova a sinistra
del sentiero, e buona parte dei circa 90 metri di dislivello che la separano dalla
Colla dei Termini
vanno risaliti senza percorso obbligato in mezzo a fastidiosi arbusti di rododendro.
Sulla sommità si trova ciò che resta di un muro in pietra a secco dal fronte tenagliato.
La guerra iniziata nel 1792 tra la Francia repubblicana e gli alleati austro-piemontesi,
all'inizio dell'estate del 1795 versava in una sorta di stallo da quasi due anni.
Gli austro-piemontesi decidono di passare all'offensiva,
ed una battaglia ha luogo proprio nella zona percorsa da questo itinerario.
Qui di fatto passava la linea del fronte. I Francesi erano trincerati sulla displuviale
Monte Antoroto -
Pizzo d'Ormea,
con ridotte alla
Punta dei Termini,
alla
Cima Ferrarine
e alla
Cima Ciuaiera
(allora nota come
Cima Garassin),
e con pezzi di artiglieria su due modeste elevazioni quotate 2022 e 1964,
situate tra il
Monte Baussetti
e la
Colla dei Termini,
nella zona oggi nota come
Zottazzo soprano
(chiamata all'epoca
Plateau de Termini
dai Francesi e
La Coera
dai Piemontesi).
Una vecchia mulattiera, verosimilmente realizzata per posizionare le artiglierie,
si rintraccia ancor oggi con partenza dalla
Colla dei Termini.
Per canto loro i Piemontesi avevano le ridotte sul
Monte Baussetti
e la
Cima Robert.
Il 25 giugno, i granatieri al comando del Marchese di Bellegarde assaltano il
Colle dei Termini.
Le batterie al
Monte Baussetti
danneggiano gli affusti e rendono inservibili due pezzi francesi, ma non il terzo,
fuori dalla loro gittata, sicché il Bellegarde, anche per il mancato supporto
di altre due colonne avvisate in ritardo dell'operazione, si vede costretto a ripiegare.
Da notare che durante l'assalto al
Plateau de Termini,
difeso da tre balze rocciose a semicerchio,
i soldati Piemontesi conquistano la prima balza e si lanciano all'assalto della seconda,
tra le grida e gli applausi dei Francesi, ammirati da quell'audace - ma ritenuto impossibile
- tentativo.
Il 27 giugno, al comando del generale De La Tour, 2000 uomini e 2 cannoni assaltano ancora il
Colle dei Termini,
difeso da 5 battaglioni francesi.
Il De La Tour riesce a portare un battaglione oltre il colle, fino a
Cascine,
ma l'arrivo di due pezzi d'artiglieria francesi lo fa ripiegare.
Il terzo tentativo ha luogo il 5 luglio: al comando di Latour, Montafia e Solaro,
tre colonne con 1000 uomini e due pezzi di artiglieria ciascuna puntano sempre il
Colle dei Termini;
Bellegarde e 1500 uomini tentano di forzare il
Col d'Inferno
(ora Colla Bassa)
e altri 600 vengono impegnati in un diversivo a
Viozene.
Ma a parte furibondi scontri, le posizioni sul campo non mutano, e la notte spegne le
ostilità.
I resti delle ridotte francesi sono ancora oggi ben evidenti sia sulla
Punta dei Termini
che sulla
Cima Ferrarine.
[Storia militare del Piemonte, pp. 527-541]
[Campagnes dans les Alpes 1794-96, pp.272-276, 285-288]
Si raggiunge senza fatica un primo colletto prativo
9,
dove ci si sposta sul versante meridionale della dorsale.
Si aggira verso sinistra una modesta elevazione e si arriva ad una seconda, più
ampia, sella pascoliva
2.
Il sentiero tende a scomparire e bisogna prestare attenzione ai segnavia sul terreno;
si lascia a destra la labile diramazione per le
Celle degli Stanti
(segnavia E12A, palina)
e, quando si ritrova il sentiero evidente, si è ormai alle pendici meridionali di
Punta Torracca3.
Si aggira verso sinistra anche questa modesta elevazione, facendo attenzione a non farsi trarre
inganno da un sentiero ad uso pastorale che si stacca a sinistra.
Dopo due tornanti ravvicinati il sentiero volge lentamente a sinistra
e si porta ai piedi della
Cima Ferrarine.
Cima Ferrarine
ospita i resti di una seconda fortificazione campale francese. Si tratta di una ridotta
difesa da un solido muro in pietra a secco, con fronte tenagliato, ancora in discrete condizioni,
che circonda l'intera sommità del monte
10.
Cima Ferrarine
è raggiungibile senza problemi spostandosi su terreno agevole e senza percorso
obbligato; la salita è consigliata lungo il versante orientale, che risulta decisamente il
meno acclive.
Si aggira, sempre a meridione, la summenzionata cima, quindi si torna sullo
spartiacque e lo si segue fino al colletto alle pendici di
Cima Ruscarina.
Ignorata una traccia a sinistra, si inizia una breve ma ripida salita lungo
il crinale, poi ci si sposta come consuetudine a sinistra (lato
Valle Armella)
per aggirare la vetta con un tratto un poco malagevole e quasi privo
di sentiero a causa di massi accatastati, roccette e rododendri.
Superata anche la
Cima Ruscarina
si torna sul crinale, qui esile, e si rimontano per un paio di metri
alcune roccette (prestare attenzione con terreno bagnato).
Qualche leggero saliscendi, tenendosi poco a sud della displuviale
456
conduce infine allo stretto intaglio della
Colla del Pizzo
(2196 m, 1:20 - 1:30 ore dalla
Colla dei Termini)
7.
Dall'angusto valico si dipartono vari sentieri (quasi tutti ridotti a traccia):
a sinistra si scende verso il
Lago del Pizzo
e il
Rifugio Valcaira
(segnavia A17), a destra si divalla in direzione della
Sella Revelli
e del
Bivacco Cavarero
(segnavia E06), mentre proseguendo sul crinale una traccia si eleva fino alla vetta del
Pizzo d'Ormea.
Accessi
Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino ad Ormea
dove si svolta a destra in Piazza della Libertà (poco prima del distributore
di benzina). Al fondo dello slargo si trascura a sinistra il ponte per
Chionea e si prosegue diritti sulla piccola strada asfaltata in direzione di Valdarmella.
Prima di raggiungere la frazione si svolta a destra per la borgata Villaro. Si supera
Villaro e si arriva alle poche case di Cascine, dove ha termine l'asfalto.
Si prosegue quindi su sterrato piuttosto sconnesso per oltre 8.5km (vivamente consigliata
un'autovettura a trazione integrale sufficientemente alta da terra).
Trascurando le varie diramazioni laterali (all'unica biforcazione di rilievo, a quota 1593, si tiene
la sinistra), la sterrata raggiunge la Colla dei Termini, dove si lascia l'auto.
Note
Nonostante il discreto numero di segnavia, il sentiero non è sempre evidente e le
tracce delle mandrie al pascolo sovente confondono sulla direzione da seguire.
Recenti tacche segnavia bianco-rosse sono spesso alternate a vecchie tacche arancioni;
alcune tacche bianco-rosse sono inoltre posizionate in modo erroneo, e possono
condurre fuori dal sentiero.
Si sconsiglia in caso di scarsa visibilità per i problemi di orientamento che possono sorgere.
La zona è interessata al pascolo di ovini e bovini, prestare attenzione ai cani da
guardianìa.
Pernottamento
Le opportunità di pernottamento non sono indicate nelle
escursioni giornaliere ma solo nelle tappe dei trekking.
Cartografia
[Fra n.19] [Fra n.22] [AsF n.3] [IGC n.15 + n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione
Bibliografia.
1 - In alto a destra la Colla dei Termini, dalla strada sterrata che la raggiunge; sullo sfondo, la cuspide rocciosa del Pizzo d'Ormea ai cui piedi si trova la Colla del Pizzo (2009)8 - Il grosso cartello indicatore posizionato alla Colla dei Termini (2009)7 - Alla Colla del Pizzo (2009)2 - La seconda sella pascoliva; da destra verso sinistra nella foto, la lunga dorsale percorsa dal sentiero (2009)4 - Il Monte Mongioie, sullo sfondo tra le nuvole; in primo piano, un tratto della cresta per la Colla del Pizzo (2009)5 - L'ultimo tratto della displuviale prima di raggiungere la Colla del Pizzo (2009)6 - Panorama sull'appennino ligure (2009)10 - I trinceramenti a Cima Ferrarine (2018)3 - Panorama sul Pizzo d'Ormea dalle pendici di Punta Torracca (2009)9 - Il colletto prativo alle spalle della Punta dei Termini (2018)11 - I resti dei trinceramenti a Punta dei Termini (2018)
Un'escursione guidata non serve a farti trovare il sentiero, ma a farti
osservare quello che si incontra lungo il cammino.
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