01.12 Barchi, Case Breo - Chiesa di Barchi - Torre dei Saraceni - Barchi, Case Breo
Barchi Case Breo (670 m) -
Chiesa di Barchi (760 m) -
Torre dei Saraceni (894 m) -
Barchi Case Breo (670 m)
Una lama di roccia quarzitica sulla cui sommità si ergono i resti
di una torre di avvistamento: un breve percorso per toccare
con mano le vestigia di un lontano passato.
E' necessario prestare attenzione all'ultimo tratto prima della
torre, un poco esposto, mentre la discesa avviene su sentieri per
nulla segnalati.
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A
Da Barchi Case Breo(670 m) a:
Dislivello [m]
Tempo [h:mm]
Distanza [m]
Difficoltà
Segnavia
B
Chiesa di Barchi(760 m)
+94 / -4
0:20
957
T
=
C
Torre dei Saraceni(894 m)
+276 / -52
1:00 - 1:10
3020
T/E (1)
=
D
Barchi Case Breo(670 m)
+277 / -277
1:30 - 1:40
4375
E
A30
(1) E/EE solo il breve tratto di sentiero che sale l'ampia
cengia che porta all'ingresso della Torre dei Saraceni.
Dal minuscolo posteggio ai margini delle
Case Breo
di
Barchi
(670 m),
si segue la viuzza che passa a fianco della
Chiesa della Madonna del Carmine.
Poco prima della chiesa, si ignora una stradina
asfaltata a sinistra che verrà utilizzata al ritorno per chiudere l'anello.
In breve si supera il
Rio Barchi
su un piccolo ponte e si giunge ad un'altra stradina asfaltata, che si segue
verso sinistra. La stradina salendo inizialmente a fianco del ruscello
poi se ne allontana un poco, attraversa un canale e raggiunge il cimitero.
Si prosegue innanzi su una bella strada sterrata con fondo selciato, che si
addentra nel bosco misto di latifoglie mantenendosi
sulla sinistra orografica del vallone.
Quando la strada si biforca, si prende il ramo di destra (in parte in cemento),
che sale in un centinaio metri alla borgata
Chiesa di Barchi
(760 m, 0:20 ore da
Case Breo)
1,
dove molte abitazioni sono state sapientemente recuperate.
La piccola frazione di
Barchi
è curiosamente divisa tra due comuni:
per effetto di una disputa legale datata nel lontano 1630,
ancora oggi le borgate Breo e Chiesa appartengono al Comune di Ormea, mentre
Cottoni (Cutui), Garelli (Garei), Villaretto e Zitta, rientrano nel territorio
del Comune di Garessio.
La borgata
Chiesa di Barchi
è il nucleo originario della frazione, sede anche, come suggerisce il nome,
dell'antica chiesa. Ridotta quasi in stato di abbandono, alcuni decenni or sono
viene acquistata e ottimamente ristrutturata da cittadini tedeschi.
[Borghi Alpini, Le Borgate di Barchi]
Terminata la visita della borgata si ritorna al bivio della strada sterrata
e si svolta a destra.
Nuovamente a fianco del
Rio Barchi
si guadagna quota con un lungo traverso in salita fino al primo tornante della strada,
verso destra: qui si imbocca la diramazione che continua di fronte e che
conduce in breve ad attraversare il corso d'acqua su ponte in pietra e cemento
2.
La sterrata, ora più ripida e dal fondo un poco sconnesso, oltre il ponte inverte
la direzione di marcia con un unico tornante e punta verso nord, traversando
in salita nel bosco
3.
Tralasciata a destra la mulattiera che sale a
Villaretto,
la strada dapprima spiana e poi inizia una leggera discesa in mezzo a vecchi
terrazzamenti, ormai quasi completamente nascosi cancellati dal bosco d'invasione.
Si raggiungono così le
Case Zitta
(880 m), piccola borgata con alcune abitazioni recuperate.
Si aggirano le abitazioni dal lato a valle e si continua la discesa,
ora su comoda mulattiera
4
ignorando, appena dopo le case, una diramazione verso destra in salita.
Quando la mulattiera termina e si biforca in due sentieri, si sale sul ramo di destra.
In pochi metri il sentiero spiana e prosegue in leggero saliscendi fino ai piedi della
cuspide rocciosa sulla quale si staglia la torre
5.
Si prosegue lungo una ampia cengia rocciosa, che traversa in diagonale
6,
protetti verso valle da paletti e catenelle, fino alla passerella in legno e metallo
che dà accesso all'ingresso della
Torre dei Saraceni
(894 m, 0:40 - 0:50 ore dalla borgata
Chiesa di Barchi)
711910.
Sebbene la tradizione attribuisca la costruzione della torre alle bande di predoni saracene,
è assai più verosimile collocare la realizzazione della torre in epoca tardo romana, con
funzioni di avvistamento e protezione delle vie di accesso verso la Liguria.
Non è escluso invece che le bande di predoni abbiano utilizzato la torre come
ricovero e base di partenza per le loro scorrerie.
[-]
Nell'anno 889 alcune avanguardie saracene si attestarono a Frassineto, località distante
una ventina di km dall'attuale Saint Tropez, giungendo via mare. Dalla loro fortezza di
Frassineto, i Saraceni iniziarono una serie di incursioni e razzie in tutto il Piemonte
e nell'entroterra ligure-piemontese in genere. Alcune teorie sostengono che gruppi dei questi
predoni abbiano stabilito insediamenti stabili anche nelle terre lontane dal mare, ma la
realtà storica potrebbe essere differente. Ai predoni Berberi, infatti, si univano
sovente ed in gran numero furfanti e delinquenti italiani e francesi che appofittavano della
situazione. Tale era il terrore delle popolazioni nei confronti di queste bande, che
nell'immaginario collettivo divennero "Saraceni" indistintamente tutti coloro che compivano
razzie, che venivano da terre lontane o avevano una fede religiosa non cristiana.
Ecco allora come si spiega l'eventuale presenza stabile di "Saraceni" un po' ovunque
menzionata, e come siano loro attribuiti i più svariati manufatti e rifugi (torri, balme,
grotte). Le scorribande proseguirono per quasi un secolo fino a quando, dopo il rapimento
di San Maiolo Abate di Cluny, Guglielmo d'Arles guidò una vera e propria crociata contro
i Saraceni, conquistando la loro roccaforte di Frassineto nel 980 (o nel 985 secondo altre fonti).
[-]
Con il loro insediamento fortificato all'interno della torre, e le poche abitazioni
a disposizione alle vicine
Case Zitta,
i predoni saraceni erano soliti terrorizzare la valle.
Uscivano armati di tutto punto al mattino per perpetrare saccheggi, furti,
rapimenti e violenze di ogni genere.
Nessuno osava tentare di sbarrar loro la strada.
Un giorno, un giovane di Barchi della famiglia Zitta,
cui i brigati avevano rapito la fidanzata, decise di porre fine alle ingiustizie.
Spiò per giorni i saraceni, ed arrivò a scoprire che durante il giorno un solo
guardiano restava nella torre, con il compito di aiutare i compari a rientrarvi
alla sera. L'ingresso della torre era infatti a precipizio sul vuoto, e il guardiano,
uditi tre caratteristici fischi che lo avvisavano del ritorno della banda,
allungava il braccio e, senza poter vedere a chi lo porgesse, aiutava tutti a rientrare.
Il giovane, dopo essersi allenato a lungo a riprodurre i fischi convenzionali,
approfittando di una notte buia e di temporali, decise di mettere in atto il suo piano.
Si recò presso la torre, fece i fischi e, una volta trascinato nella torre, uccise
l'esterrefatto saraceno.
Attese poi l'arrivo della banda e, ai tre fischi, afferrò il braccio di ciascun brigante,
non per issarlo nella torre ma per scaraventarlo nel vuoto fin dentro il letto del
Fiume Tanaro
8.
Il rumore del temporale e del fiume in piena coprirono le urla dei malcapitati.
Zitta venne celebrato in trionfo e da
quel giorno dei predoni saraceni non si ebbe più a parlare.
[Comune di Ormea, La Torre dei Saraceni]
[Comune di Garessio, La Torre dei Saraceni]
Ancora una volta, con breve percorso a ritrovo, si torna
all'ultimo bivio e si svolta sul sentiero a sinistra.
Lasciato quasi subito a sinistra un vecchio seccatoio,
si perde quota velocemente all'interno del bosco con ampie svolte.
Raggiunti i primi coltivi, riappare evidente una mulattiera che
taglia a mezzacosta in discesa
1213
e punta decisamente verso
Barchi.
In corrispondenza delle prime case si ritrova l'asfalto. La minuscola stradina
continua a scendere: al primo bivio si va a destra, si passa ai piedi di
una parete rocciosa quasi verticale (fontana)
ed infine si torna alle
Case Breo
di
Barchi
(670 m, 0:30 ore dalla
Torre dei Saraceni),
ove aveva avuto inizio l'itinerario.
Accessi
Da Ceva si risale la Valle Tanaro fino
a Garessio per proseguire poi in direzione di Ormea. Al bivio per Barchi si svolta a
sinistra, si passa il ponte sul Fiume Tanaro e si svolta a destra. Arrivati a Barchi, ci
si tiene a sinistra e si arriva ad un piccolo un posteggio per alcune auto.
Note
Le ultime decine di metri per arrivare al sentiero
sono su facili roccette, un po' esposte. Verso valle è presente una protezione,
utile anche per agevolare la salita, con paletti in metallo e catene.
Pernottamento
Le opportunità di pernottamento non sono indicate nelle
escursioni giornaliere ma solo nelle tappe dei trekking.
Cartografia
[Fra n.19] [AsF n.3] [IGC n.15]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione
Bibliografia.
1 - Uno scorcio della borgata Chiesa di Barchi (2024)3 - La sterrata che attraversa il bosco misto di latifoglie (2024)7 - La Torre dei Saraceni (2007)6 - La cengia di rocce quarzitiche che sale un po' esposta verso la torre (2007)8 - L'impressionante dirupo che dalla Torre dei Saraceni si affaccia sul Fiume Tanaro (2024)4 - La mulattiera poco oltre le Case Zitta (2024)5 - Il pannello informativo alla fine del sentiero, ai piedi della Torre dei Saraceni (2007)11 - L'interno della Torre dei Saraceni (2024)2 - Il ponte in pietra e cemento sul Rio Barchi (2024)9 - L'odierno ingresso della Torre dei Saraceni (2024)12 - La mulattiera che scende verso Barchi (2024)13 - Un tratto di discesa nel bosco al rientro verso Barchi (2024)10 - Panorama in direzione di Garessio dalla Torre dei Saraceni (2007)
Un'escursione guidata non serve a farti trovare il sentiero, ma a farti
osservare quello che si incontra lungo il cammino.
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