+1634 / -24
Dislivello [m]
+1634 / -24
Dislivello [m]
5:35 - 6:20
Tempo [h:mm]
-
Distanza [m]
E/EE •
Difficoltà
⇌
Tipologia
Una "classica" all'interno del Parco, la salita al Rifugio Pagarì si presenta lunga e abbastanza faticosa. Dopo aver attraversato il pianoro del Rasur, una infinita serie di tornanti guadagna quota fino a raggiungere il più alto rifugio delle Alpi Marittime. Per chi ha ancora voglia di camminare, un'ultima salita in pietraia conduce al Passo di Pagarì attraversato nel XV secolo da una arditissima Via del Sale.
Mappa su base CTR Piemonte
A | Da San Giacomo di Entracque (1209 m) a: | Dislivello [m] (andata e ritorno) |
Tempo [h:mm] (andata e ritorno) |
Distanza [m] (andata e ritorno) |
Difficoltà | Segnavia |
---|---|---|---|---|---|---|
B | Gias sottano del Vej del Bouc (1437 m) | +252 / -24 (+276 / -276) |
1:10 - 1:20 (2:05 - 2:25) |
3600 (7200) |
T • | M14 |
C | Rifugio Federici Marchesini (2627 m) | 1442 / -24 (1466 / -1466) |
4:50 - 5:30 (8:05 - 9:15) |
11780 (23560) |
E • | M13 » M13A |
D | Passo di Pagarì (2819 m) | +1634 / -24 (+1658 / -1658) |
5:35 - 6:20 (9:25 - 10:45) |
- (-) |
E/EE • | M13 |
Qualche decina di metri a valle di
San Giacomo di Entracque
(1209 m), si attraversa il ponte sul
Torrente Gesso della Barra.
Lasciati a sinistra l'area attrezzata per pic-nic ed il bivio per il
Ponte della Rovina e
Trinità di Entracque
(segnavia M22 e GTA),
si prosegue fino al
Gias sottano del Vej del Bouc
(1437 m, 1:10 - 1:20 ore da
San Giacomo di Entracque)
in comune con
l'Itinerario 11.23.
Nei pressi dei ruderi del gias la strada sterrata di fatto termina.
Si lascia sulla sinistra la mulattiera che sale al
Lago del Vej del Bouc
(segnavia M14) e si prosegue diritti. Subito dopo si attraversa il torrente di fondovalle
10
su un ponte in legno; lasciato a destra il
Gias Colombo,
si prosegue, sempre paralleli al fondo idrico del vallone, in leggera salita,
su una mulattiera che si trasforma successivamente in sentiero.
Dopo un lungo traverso, nei pressi di un grosso masso si lascia
a destra il sentiero per il
Bivacco Moncalieri
(segnavia M20), incontrando poco dopo il
Rio Pantacreus
che, in caso di piena, può essere attraversato sulla soprastante passerella in legno.
Sempre a poca distanza, si deve trascurare una malandata mulattiera che si stacca
sulla sinistra e percorre il fondo del Vallone di Moncolomb (si tratta del vecchio
segnavia M15 per il
Lago Bianco dell'Agnel;
il tracciato, ora denominato M13B nella sola sua parte iniziale, è quasi completamente
scomparso nel tratto più in quota).
Oltre il bivio, la pendenza aumenta e, con numerosi tornanti,
si inizia a risalire il fianco del vallone in direzione sud-ovest. La lunghissima
serie di tornanti, a tratti abbastanza stretti e scalinati, prosegue in mezzo ad
una fitta vegetazione arbustiva fino al
Passo sottano del Muraion
(o
Passaggio del Muraion),
poco oltre il quale il sentiero spiana leggermente e la vista si apre sul
Vallone del Muraion
e sulla testata della valle.
Si prosegue ora tra rocce e praterie alpine, su terreno aperto
5126,
fatta eccezione per le formazioni di ontano verde che si incontrano nei pressi del
Rio Pagarì
9.
Attraversato il rio, si percorrono alcuni ripidi traversi fino a
raggiungere il bivio per il
Lago Bianco dell'Agnel
e il
Passo dell'Agnel
(segnavia M13C), che si lascia sulla sinistra.
Da qui ricomincia una nuova lunga serie di tornanti, ampi e non eccessivamente
ripidi, che risalgono in direzione sud-ovest il pendio ricoperto di rododendri.
Si tralascia a destra una traccia e si continua a salire a tornanti
7,
che si fanno mano a mano più stretti.
Lasciati a destra il sentiero per il
Lago Bianco del Gelas
e il
Bivacco Moncalieri
(segnavia M21),
e a sinistra la traccia per il
Passo di Pagarì e il
Refuge de Nice
(segnavia M13),
si è ormai a poche decine di metri dal
Rifugio Federici Marchesini
al Pagarì
(2650 m, 3:40 - 4:10 ore dal
Gias sottano del Vej del Bouc)
81112,
ben più noto semplicemente come
Rifugio Pagarì.
Tornando all'ultimo bivio, proprio nei pressi del rifugio, chi vuole può proseguire
ancora. Una traccia, serpeggiando tra pietraie in direzione sud,
s'inerpica fino al
Passo di Pagarì
(2819 m, 0:45 - 0:50 ore dal
Rifugio Federici Marchesini)
43,
ripercorrendo un frequentato valico di comunicazione per il commercio del sale
utilizzato tra la seconda metà del 1400 e i primi decenni del 1500.
Facile la presenza di neve anche in estate.
Il toponimo del passo prende il nome dall'impresario e finanziere Paganino dal Pozzo, detto appunto Pagarì. Nel 1453, dopo aver realizzato o ripristinato numerose vie di comunicazione tra il Nizzardo e la Contea di Savoia, per consentire il transito del sale, ottenne di poter realizzare a proprie spese - in cambio della riscossione delle gabelle - una via ancor più breve di quelle allora disponibili. Il tracciato previsto dall'imprenditore prevedeva l'attraversamento di un colle ad oltre 2800 metri di quota, colle che poi fu battezzato Pagarì in suo onore. Vari fattori ambientali, primo tra tutti l'espansione del Ghiacciaio della Maledia, fecero investire al Pagarì tutti i propri averi nella manutenzione della mulattiera, che per contratto doveva restare aperta per nove mesi l'anno nonostante la quota. Diversi anni dopo la morte, in miseria, del Pagarì, e meno di un secolo dopo la sua costruzione, l'itinerario fu definitivamente abbandonato.
[La Guida del Parco Alpi Marittime, p.112] [-]
Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso in direzione Valdieri ed Entracque. Passato l'abitato di Valdieri, si prende la deviazione a sinistra per Entracque e, poco oltre, una successiva deviazione a destra per San Giacomo. Oltre la diga della Piastra, un ultimo bivio a sinistra porta alla piccola borgata di San Giacomo di Entracque (ampio posteggio).
Il percorso dal rifugio al passo si svolge traccia in pietraia ed è possibile la presenza di neve anche in estate. Per quanto non presenti difficoltà particolari, è preferibilmente riservato ad escursionisti esperti.
--
[Fra n.15] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.
Ultimo sopralluogo: Estate 2008
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Guido61
lunedì 26 agosto 2019
[ 79.45.*.*]
Abbiamo raggiunto il rifugio, seguendo il sentiero, dopo circa quattro ore e mezza di marcia. Tutto il tragitto è su sentiero ben segnato, l'ultimo tratto di tornanti è invece su pietraia e in forte pendenza. Bellissimi panorami sulla Valle e immancabile incontro con i camosci. Essendo praticamente tutto esposto al sole (eccetto la prima parte da San Giacomo) si consiglia partenza all'alba. Mancanza di copertura telefonica in tutto il percorso, solo al rifugio posto telefonico.
I camminatori
martedì 29 dicembre 2020
[ 109.118.*.*]
Passeggiata molto panoramica e abbastanza impegnativa, soprattutto nell'ultima parte del percorso. Ci siamo stati quest'anno a ferragosto io e mio figlio di 11 anni, faticando siamo arrivati al rifugio. Il più bello tra tutti quelli fatti e che consociamo!