Itinerario 11.10

11.10 Pian della Casa del Re - Colle di Ciriegia

Pian della Casa del Re (1735 m) - Colle di Ciriegia (2543 m)

+809 / -1

Dislivello [m]

2:15 - 2:35

Tempo [h:mm]

4273

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

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Periodo consigliato [mese]

Agevole salita, di media durata, fino al Colle di Ciriegia, che assieme al Colle di Finestra costituisce uno dei valichi più frequentati tra la Valle Gesso e la Francia. Il percorso si snoda su buon sentiero in ambiente selvaggio e detritico.

Carta schematica - Itinerario 11.10

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 11.10
A Da Pian della Casa del Re (1735 m) a: Dislivello [m]
(andata e ritorno)
Tempo [h:mm]
(andata e ritorno)
Distanza [m]
(andata e ritorno)
Difficoltà Segnavia
B Colle di Ciriegia (2543 m) +809 / -1
(+810 / -810)
2:15 - 2:35
(3:45 - 4:20)
4273
(8546)
E N15

Attraversato il ponte in metallo sul Torrente Gesso della Valletta, si segue la mulattiera selciata ed inerbita (segnavia N15) che attraversa quasi pianeggiante Pian della Casa del Re 1153 (più semplicemente noto come Pian della Casa, 1735 m). Nei pressi del Gias soprano della Casa la mulattiera inizia una leggera salita 4, per poi guadagnare quota con alcuni ampi tornanti lungo i pendii detritici inerbiti del Vallone di Ciriegia.
Lasciata a sinistra una traccia (non segnalata) per il Rifugio Regina Elena, si sale tra radi larici 5 fino ad un trivio: si trascurano a destra il sentiero diretto per il Lago mediano di Fremamorta (segnavia N26A, non segnalato, riservato ad escursionisti esperti) e, nello stesso punto ma a sinistra, la traccia (segnalata) per il Rifugio Regina Elena. Poco oltre si lascia ancora sulla destra il successivo sentiero (segnalato, segnavia N26) per il Lago mediano di Fremamorta ed il Colle di Fremamorta.
Si attraversa una macchia di ontano verde e, dopo aver passato un piccolo rio, si incontra un tratto detritico causato alcuni anni addietro da una frana. Il sentiero, ripristinato con alcuni gradini in pietra a destra del tracciato originale, sale ad oltrepassare il tratto franato e si ricongiunge alla vecchia mulattiera. Giunti ai piedi di una balza rocciosa, la si supera 6 con alcuni stretti tornanti seguiti da due lunghi traversi che portano prima sul versante destro orografico del vallone e quindi nuovamente su quello sinistro.
Si entra così in un ambiente marcatamente detritico: si continua l'ascesa con qualche tornante e la mulattiera si trasforma in sentiero. Con un lungo traverso in diagonale ai piedi di verticali pareti rocciose si toccano dapprima i resti del piccolo ricovero militare 7 intitolato al Caporale Antonio Vivalda (medaglia d'argento degli Alpini, deceduto il 19 giugno 1917) poi si superano i grossi massi, dovuti anch'essi ad una recente frana, che ostruiscono il sentiero per qualche decina di metri.
Superata una seconda balza detritica, si traversa sempre tra sfasciumi 8 ai piedi delle rocce sulla sinistra orografica del vallone. Ad una nuova biforcazione, si può seguire indifferentemente il ramo di sinistra (principale), che si sposta deciso sul versante opposto e poi sale con ampie svolte, oppure il ramo di destra che invece traversa a lungo in sinistra orografica e piega lentamente a sinistra a ricongiungersi al tracciato principale.
In entrambi i casi, la salita prosegue poi sul versante destro orografico; in questo tratto non ci si cura della traccia di una vecchia mulattiera che di tanto in tanto compare al centro del vallone. Lasciati altri ruderi militari sulla sinistra e, sempre sulla sinistra, la mulattiera (segnavia N15B) che si collega al Vallone di Balma Ghiliè, ci si porta nuovamente sulla sinistra orografica del vallone. Con ampi tornanti abbastanza ripidi si rimonta infine la china di sfasciumi che adduce alla grossa casermetta 9 costruita a difesa del colle.

Tra l'8 e il 13 settembre 1943, all'indomani dell'armistizio, circa milleduecento ebrei civili e di ogni età e ceto sociale, provenienti da Saint-Martin, ripresero la fuga al seguito delle truppe italiane della IV Armata. Alcuni testimoni raccontano della situazione di allora. «Gli ebrei abitavano nelle case e nelle ville del paese, dovevano presentarsi due volte al giorno al commissariato di polizia italiano e non avevano il diritto di abbandonare il paese né di allontanarsene. A quell'epoca a Saint-Martin c'erano circa trecento famiglie di ebrei...» (B. Halpern). «C'erano uomini e donne dai capelli bianchi, bambini in tenera età, gente nella più gran parte ridotta in miseria... provenivano da tutte le nazioni, Polonia, Germania, Cecoslovacchia, Francia... abituati in tempi normali a una vita agiata... ora ridotti a fuggire come selvaggina inseguita dai cani e dai cacciatori su per i monti».
A piedi, attraverso due differenti vie, il Colle di Finestra e il Colle di Ciriegia, i profughi arrivarono rispettivamente a Entracque e Valdieri, dove vennero alloggiati in caserme e con mezzi di fortuna.
Le motivazioni dell'esodo sono ben spiegate da altre testimonianze. Quando giunse notizia che i soldati italiani fossero sul punto di tornare in Italia, «noi pensammo che gli americani avrebbero occupato l'Italia e i tedeschi la parte della Francia che gli italiani lasciavano libera... la catena delle Alpi sarebbe stata la linea di guerra tra i tedeschi e gli americani. Noi saremmo partiti con gli italiani» (Alfred Feldmann). Restare a Saint-Martin - scrive Halpern - «sarebbe stato un suicidio». D'altra parte, l'esercito italiano non aveva mai consegnato ai tedeschi gli ebrei sui territori di sua competenza. Ricorda Bruno Segre: «All'alba, metà dei profughi si trovava a Valdieri, l'altra metà ad Entracque. Ma quella notte i tedeschi non arrivarono e, poiché non apparvero neppure nei giorni seguenti, subentrò una certa fiducia... Il peggio si verificò poco dopo: il sesto giorno i tedeschi arrivarono, riuscendo a catturare i rifugiati di Entracque e molti tra quelli di Valdieri». A questo punto la storia prese strade diverse. Chi si consegnò (un bando emanato il 18 settembre obbligava a presentarsi ai comandi nazisti in Italia) o fu catturato dai tedeschi, ben 349 persone, venne internato nella ex caserma degli Alpini di Borgo San Dalmazzo trasformata in campo di concentramento e di qui, il 21 novembre 1943, deportato ad Auschwitz. Tra questi, solo 18 si ha la certezza che sopravvissero. Gli altri ebrei, nascosti principalmente in Valle Gesso, Valle Vermenagna, Valle Stura furono aiutati a nascondersi da Don Viale e da una fitta rete di collaboratori da lui messa in piedi (brani tratti da "Nella notte straniera" di Alberto Cavaglion).
Una targa commemorativa al Colle di Ciriegia e un monumento alla stazione di Borgo San Dalmazzo ricordano questi tragici avvenimenti.

[I sentieri della Libertà, Percorsi ebraici]
[Comune di Cuneo, Gli ebrei di San Martin Vesubie]

Pochi metri oltre i ruderi dell'edificio militare si trova il Colle di Ciriegia (2543 m, 2:15 - 2:35 ore da Pian della Casa del Re) 1110121314.

Accessi

Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso in direzione Valdieri ed Entracque. Passato l'abitato di Valdieri, alla rotatoria, si prosegue diritti per Sant'Anna di Valdieri ed infine per Terme di Valdieri. Non si entra in paese ma si sale sulla sinistra lungo il Vallone della Valletta, su una strada in buona parte asfaltata (solo alcuni brevi tratti sono sterrati a causa di alcune frane) fino al Gias delle Mosche, dove si trova un posteggio per diverse auto. La strada, con fondo a tratti asfaltato e a tratti sterrato moderatamente sconnesso, prosegue poi fino a Pian della Casa del Re, dove si trovano ampi spazi per posteggiare.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[Fra n.15] [AsF n.5] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Estate 2011

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12 - Il Vallon du Cavalet dal Colle di Ciriegia (2011)
12 - Il Vallon du Cavalet dal Colle di Ciriegia (2011)
14 - Panorama sul Vallone della Valletta dal Colle di Ciriegia (2011)
14 - Panorama sul Vallone della Valletta dal Colle di Ciriegia (2011)
15 - Pian della Casa del Re (2011)
15 - Pian della Casa del Re (2011)
5 - Il tratto di comoda mulattiera che sale verso il Vallone di Ciriegia (2006)
5 - Il tratto di comoda mulattiera che sale verso il Vallone di Ciriegia (2006)
10 - Il versante francese del Colle di Ciriegia (2006)
10 - Il versante francese del Colle di Ciriegia (2006)
9 - Il lungo corridoio della casermetta posta a difesa del colle (2006)
9 - Il lungo corridoio della casermetta posta a difesa del colle (2006)
8 - I pendii detritici che portano al Colle di Ciriegia, visibile sullo sfondo (2006)
8 - I pendii detritici che portano al Colle di Ciriegia, visibile sullo sfondo (2006)
7 - I resti del ricovero ex-militare Antonio Vivalda; oltre la finestra, il Monte Matto (2006)
7 - I resti del ricovero ex-militare Antonio Vivalda; oltre la finestra, il Monte Matto (2006)
13 - Il cippo di confine al Colle di Ciriegia (2011)
13 - Il cippo di confine al Colle di Ciriegia (2011)
6 - Panorama sul Pian della Casa del Re e il Vallone della Valletta dalla balza rocciosa che si incontra durante la salita (2006)
6 - Panorama sul Pian della Casa del Re e il Vallone della Valletta dalla balza rocciosa che si incontra durante la salita (2006)
1 - Pian della Casa del Re. Sullo sfondo il vallone che porta al Colle di Ciriegia, chiusa tra la Cima di Ciriegia a sinistra, e la Cima di Leccia a destra (2004)
1 - Pian della Casa del Re. Sullo sfondo il vallone che porta al Colle di Ciriegia, chiusa tra la Cima di Ciriegia a sinistra, e la Cima di Leccia a destra (2004)
3 - Pian della Casa del Re e il Torrente Gesso della Valletta; sullo sfondo, la Cima di Ciriegia e, alla sua destra, il Colle di Ciriegia (2005)
3 - Pian della Casa del Re e il Torrente Gesso della Valletta; sullo sfondo, la Cima di Ciriegia e, alla sua destra, il Colle di Ciriegia (2005)
4 - I dolci declivi pascolivi che circondano Pian della Casa del Re (2006)
4 - I dolci declivi pascolivi che circondano Pian della Casa del Re (2006)
11 - Al Colle di Ciriegia (2006)
11 - Al Colle di Ciriegia (2006)