Itinerario 11.06

11.06 Rifugio Genova Figari - Colle del Chiapous - Rifugio Morelli Buzzi

Rifugio Genova Figari (2009 m) - Colle del Chiapous (2533 m) - Rifugio Morelli Buzzi (2351 m)

+646 / -304

Dislivello [m]

2:45 - 3:05

Tempo [h:mm]

8008

Distanza [m]

E 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Breve traversata che consente di ammirare ottimi scenari sul Bacino del Chiotàs dal Colle del Chiapous. Il colle si raggiunge attraversando il coronamento della Diga del Chiotàs, divenuto un passaggio obbligato dopo la costruzione del bacino. La breve discesa sul Rifugio Morelli è resa un poco malagevole dalla possibile presenza di chiazze di neve e detriti.

Carta schematica - Itinerario 11.06

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 11.06
A Da Rifugio Genova Figari (2009 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Bacino del Chiotas (1980 m) +72 / -101 0:35 - 0:40 2160 T M08 » M09
C Colle del Chiapous (2533 m) +635 / -106 2:15 - 2:35 6400 E M09
D Rifugio Morelli Buzzi (2351 m) +646 / -304 2:45 - 3:05 8008 E N08

Dal Rifugio Genova Figari (2009 m) 4 si segue la strada sterrata (segnavia M08) che, con qualche saliscendi, costeggia il Bacino del Chiotas 313, trascurando l'unico bivio sulla destra con il sentiero per il Colle delle Fenestrelle (segnavia M10).

Già nel 1896 il Congresso Nazionale del CAI riconobbe la necessità di valorizzare le Alpi Marittime, allora quasi sconosciute e prive di rifugi. La sezione Ligure, incaricata di colmare questa lacuna, dopo numerosi sopralluoghi decise di edificare un rifugio presso il Gias del Monighet soprano, nel Vallone della Rovina, a quota 1914, con lo scopo di valorizzare le vie di salita sul Massiccio dell'Argentera. I lavori, eseguiti a tempo di record, iniziarono il 22 luglio 1897 e terminarono il 10 settembre. Il Rifugio Genova, così venne battezzato, fu inaugurato il 15 agosto dell'anno seguente. Assieme al Rifugio Pagarì, le due "Opere di Montagna", presentate in scala all'esposizione internazionale di Torino del 1911, valsero alla sezione il "Gran diploma d'Onore". La sorte del glorioso Rifugio Genova, primo assoluto delle Alpi Marittime, fu segnata definitivamente nel 1968 quando iniziarono i lavori per la costruzione della Diga del Chiotas, il cui invaso avrebbe sommerso per sempre l'intera area del Gias del Monighet. Il nuovo rifugio, che mantenne la vecchia denominazione affiancata a quella di Bartolomeo Figari, fu realizzato dall'ENEL sulle sponde del Lago Brocan e terminato nel 1975; l'inaugurazione potè avvenire però solo il 14 agosto 1981, causa il protrarsi dei lavori alla diga.
Il rifugio è dedicato ad una figura storica dei primi del Novecento, Bartolomeo Figari, pioniere dell'alpinismo e dello scialpinismo di inizio secolo. Nel 1906 fu coinvolto nell'incidente che costò la vita ad Emilio Questa, riportando una menomazione ad un arto inferiore. Più volte Presidente della sezione Ligure del CAI, nel dopoguerra si adoperò moltissimo per la ricostruzione dei rifugi danneggiati durante il conflitto. Fu Presidente Generale del CAI dal 1947 al 1956, contribuendo alla realizzazione di due eventi che segnarono per sempre la storia del sodalizio: la nascita del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, cui lasciò alla sua morte nel 1965 tutti i suoi averi, e la conquista italiana del K2, avvenuta il 31 luglio 1954.

[Rifugi e Bivacchi della Sezione Ligure del CAI, pp.8-9]

La sterrata giunge ad incontrare la strada asfaltata (privata dell'ENEL) che sale alla diga dal Lago della Rovina. La si segue verso sinistra (segnavia M09), si passa una breve galleria sotto il canale scolmatore, si attraversa l'intero coronamento della Diga del Chiotas 89 (pr. Diga del Chiotàs) che chiude l'omonimo Bacino del Chiotas (1980 m, 0:35 - 0:40 ore dal Rifugio Genova Figari) e ci si porta alla base del Vallone del Chiapous.

E' d'obbligo perdere alcuni minuti per osservare l'imponente muraglia della diga, dove spesso stormi di gracchi alpini giocano con le correnti ascensionali che ivi si creano.

Il Bacino del Chiotas è chiuso dalle due dighe del Chiotas e del Colle di Laura. La Diga del Chiotas, ad arco-gravità 2, è alta 130 metri ed ha un coronamento di 230 metri. Il suo spessore varia tra i 37,5 metri alla base e i 5 metri alla cima. La Diga del Colle di Laura, più piccola, è a gravità massiccia con andamento rettilineo. Ha un'altezza massima di 30 metri, con una lunghezza al coronamento di 70 metri. Il Bacino del Chiotas ha una capacità utile di 27,3 milioni di metri cubi.
La Diga della Piastra, nei pressi di Entracque, è di tipo a gravità massiccia; forma l'omonimo Bacino della Piastra, lago artificiale lungo poco meno di 2 km e largo 300 metri, con una capacità di 12 milioni di metri cubi, 9 dei quali utilizzabili per il pompaggio.
Il Lago della Rovina funziona da serbatoio di "partenza" della centrale. Sistemato con modeste opere di impermeabilizzazione, il lago di origine naturale ha una capacità utile di 1,2 milioni di metri cubi.
I tre bacini sono tutti asserviti alla centrale idroelettrica Luigi Einaudi di Entracque.

[fonte: depliant informativi ENEL]

La centrale idroelettrica di Entracque è stata intitolata nel 1999 a Luigi Einaudi, primo presidente eletto della Repubblica italiana. Costruita tra il 1969 e il 1982, anno della sua messa in esercizio, la centrale è scavata interamente nella roccia; è il maggior impianto idroelettrico italiano e, all'epoca della sua ultimazione, risultava essere il maggior impianto del genere in Europa.
Per il suo funzionamento sfrutta i tre invasi, due dei quali artificiali, del Chiotas, della Piastra e della Rovina. Si tratta infatti di un "impianto di pompaggio", che non rilascia l'acqua utilizzata per la produzione di energia ma la mantiene in circolo sfruttando gli invasi come giganteschi serbatoi. Durante il giorno, per soddisfare i picchi di richiesta, la centrale produce energia grazie ai 9 gruppi turbina/alternatore, azionati prelevando acqua essenzialmente dal Bacino del Chiotas. Durante la notte, la centrale consuma energia elettrica per pompare l'acqua, accumulata nel bacino della Piastra durante il ciclo di produzione, nuovamente nel Bacino del Chiotas.
L'energia utilizzata per il pompaggio è superiore a quella prodotta dall'acqua per caduta (in rapporto a 1,4:1 circa). Tuttavia, il processo risulta economicamente vantaggioso in quanto il costo dell'energia nelle ore notturne (sovente un eccesso non altrimenti smaltibile prodotto dalle centrali termiche o nucleari) è decisamente inferiore (5-7 volte) che nelle ore diurne.
Impressionanti i numeri dell'impianto. Le tre condotte forzate che arrivano in centrale hanno una portata di 143 mc/sec, superiore alla portata media annua del Fiume Po a Torino; le condotte forzate hanno una lunghezza di 1550 m e compiono un salto di 1048 m; le valvole rotative che aprono e chiudono il flusso dell'acqua devono vincere una spinta di 1700 tonnellate, pari alla spinta generata da 20 Jumbo Jet in fase di decollo; la potenza di una turbina è di 150 MW, pari a quella di 280 vetture di Formula 1 alla partenza; l'intero impianto ha una potenza di 1312 MW; il pezzo più pesante presente in centrale è il rotore dell'alternatore, che da solo raggiunge le 260 tonnellate.

[fonte: dépliant informativi ENEL]

Una vecchia strada di servizio dell'ENEL, ormai ridotta a sentiero e quasi non più riconoscibile, costeggia ancora per un poco l'invaso artificiale 12, fino ad una biforcazione: una ramo della vecchia strada prosegue diritto, un altro compie un tornante verso destra. Si segue quest'ultima direzione per poche decine di metri, quindi si abbandona la vecchia strada e si imbocca a sinistra un sentierino in pietraia (cartello su un masso). Il sentiero incrocia a sua volta l'altro ramo della vecchia rotabile, che attraversa, per proseguire la salita con ampi tornanti tra pietrame e detriti.
Mantenendosi sulla sinistra orografica, si supera un tratto più ripido del versante con una serie di strette svolte, quindi si riprende la salita con pendenze meno accentuate e nuovamente lunghi tornanti. Tratti detritici e tratti erbosi si alternano durante il percorso, rendendo più o meno agevole il cammino; intorno a quota 2380 il sentiero compie un traverso verso sinistra (SO), si sposta sul versante destro orografico del vallone 10 e riprende a tagliare a tornanti l'ultimo tratto erboso del pendio. Si giunge così nell'ampia valletta detritica 71116 che precede il Colle del Chiapous (2533 m, 1:40 - 1:55 ore dal Bacino del Chiotas), dove è facile trovare neve fino a luglio inoltrato.
Il sentiero si mantiene a sinistra, ai piedi delle ripidi pareti che scendono dall'Altopiano del Baus, lascia a sinistra la non molto evidente diramazione per il Passaggio del Porco e traversa quasi pianeggiante tra colate di sfasciumi fino al Colle del Chiapous 6515.
Passato il colle, si entra nel Vallone di Lourousa 17. Il sentiero (segnavia N08) attraversa una piccola conchetta (anche qui è facile trovare neve fino a luglio) e scende con parecchie svolte, evidente ma malagevole, attraverso un'ampia pietraia 14 (possibili anche in questo tratto passaggi su lingue di neve o tra grossi massi franati). In breve comunque si perde quota ed il sentiero migliora; alla prima biforcazione si prende il ramo di destra che sale al Rifugio Morelli Buzzi (2351 m, 0:30 ore dal Colle del Chiapous) 1 in pochi minuti.

Accessi

Il Rifugio Genova Figari è raggiungibile con l'Itinerario 11.05.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[AsF n.5] [Fra n.15] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Estate 2016

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14 - Il Rifugio Morelli Buzzi in mezzo ai macereti dell'alto Vallone di Lourousa (2011)
14 - Il Rifugio Morelli Buzzi in mezzo ai macereti dell'alto Vallone di Lourousa (2011)
4 - Il Rifugio Genova Figari (2005)
4 - Il Rifugio Genova Figari (2005)
11 - Il Bacino del Chiotas dall'imbocco della valletta che precede il Colle del Chiapous (2010)
11 - Il Bacino del Chiotas dall'imbocco della valletta che precede il Colle del Chiapous (2010)
9 - Il coronamento della Diga del Chiotas (2010)
9 - Il coronamento della Diga del Chiotas (2010)
5 - Al Colle del Chiapous (2010)
5 - Al Colle del Chiapous (2010)
12 - Il tratto di sentiero che costeggia il Bacino del Chiotas (2010)
12 - Il tratto di sentiero che costeggia il Bacino del Chiotas (2010)
1 - Il Rifugio Morelli Buzzi (2011)
1 - Il Rifugio Morelli Buzzi (2011)
15 - Panorama sul Vallone di Lourousa dal Colle del Chiapous; a sinistra, sullo sfondo, il Monte Matto (2011)
15 - Panorama sul Vallone di Lourousa dal Colle del Chiapous; a sinistra, sullo sfondo, il Monte Matto (2011)
6 - Panorama verso il Vallone della Rovina dal Colle del Chiapous (2010)
6 - Panorama verso il Vallone della Rovina dal Colle del Chiapous (2010)
3 - Il Bacino artificiale del Chiotas. Sulla sinistra, il vallone che porta al Colle del Chiapous (2005)
3 - Il Bacino artificiale del Chiotas. Sulla sinistra, il vallone che porta al Colle del Chiapous (2005)
8 - Il Bacino del Chiotas dal coronamento della Diga del Chiotas (2010)
8 - Il Bacino del Chiotas dal coronamento della Diga del Chiotas (2010)
7 - La valletta detritica che precede il Colle del Chiapous, ancora innevata a inizio luglio; sullo sfondo, da sinistra, Punta Ciamberline, Caire Ciamberline, Punta di Fenestrelle e il valico di Colle di Fenestrelle (2010)
7 - La valletta detritica che precede il Colle del Chiapous, ancora innevata a inizio luglio; sullo sfondo, da sinistra, Punta Ciamberline, Caire Ciamberline, Punta di Fenestrelle e il valico di Colle di Fenestrelle (2010)
13 - Il Bacino del Chiotas con al centro il Rifugio Genova (2011)
13 - Il Bacino del Chiotas con al centro il Rifugio Genova (2011)
17 - Una femmina di stambecco (<i>Capra ibex</i>) nei presi del Colle del Chiapous (2011)
17 - Una femmina di stambecco (Capra ibex) nei presi del Colle del Chiapous (2011)
16 - Il Bacino del Chiotas ed il Lago Brocan con in mezzo il Rifugio Genova (2011)
16 - Il Bacino del Chiotas ed il Lago Brocan con in mezzo il Rifugio Genova (2011)
2 - La Diga del Chiotas, ad arco-gravità, alta 130 metri. Sullo sfondo, il Colle del Chiapous (2005)
2 - La Diga del Chiotas, ad arco-gravità, alta 130 metri. Sullo sfondo, il Colle del Chiapous (2005)
10 - La dorsale Ciamberline - Fenestrelle dai pressi del Colle del Chiapous e, in basso, il Bacino del Chiotas (2010)
10 - La dorsale Ciamberline - Fenestrelle dai pressi del Colle del Chiapous e, in basso, il Bacino del Chiotas (2010)