Itinerario 11.45

11.45 Il Sentiero delle Farfalle: Tetti Bandito - Andonno - Parco archeologico di Valdieri - Valdieri - Tetti Bandito

Il Sentiero delle Farfalle: Tetti Bandito (710 m) - Andonno (731 m) - Necropoli di Valdieri (790 m) - Parco archeologico di Valdieri (797 m) - Valdieri (784 m) - Tetti Cialombard (720 m) - Tetti Bandito (710 m)

+209 / -209

Dislivello [m]

2:20 - 2:40

Tempo [h:mm]

9081

Distanza [m]

T 

Difficoltà

Tipologia

123456789101112

Periodo consigliato [mese]

Una farfalla in pericolo di estinzione, una necropoli preistorica, la ricostruzione di un villaggio neolitico, bunker della seconda guerra mondiale, grotte che hanno visto l'Orso delle Caverne e oggi ospitano una colonia di pipistrelli: tutto questo in un facile anello tra Andonno e Valdieri. A onor del vero, si tratta di una versione decisamente 'allungata' del "Sentiero delle Farfalle", che è una breve passeggiata tra Valdieri e l'ex cava di ghiaia della Cementir.

Carta schematica - Itinerario 11.45

Mappa su base © OpenStreetMap contributors, SRTM; map style © OpenTopoMap - licenza CC-BY-SA

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Profilo altimetrico - Itinerario 11.45
A Da Tetti Bandito (710 m) a: Dislivello [m] Tempo [h:mm] Distanza [m] Difficoltà Segnavia
B Andonno (731 m) +29 / -8 0:15 - 0:20 1031 T N37
C Parco archeologico di Valdieri (797 m) +166 / -79 1:10 - 1:20 4180 T N37 » N37B
D Valdieri (784 m) +181 / -107 1:20 - 1:30 5003 T N36A » N36 » N37
E Tetti Bandito (710 m) +209 / -209 2:20 - 2:40 9081 T N37

Dal piccolo ponte per Tetti Bandito (710 m) si scende per un centinaio di metri in direzione di Roccavione lungo la strada asfaltata, quindi si svolta a sinistra e si attraversa il lungo ponte stradale sul Torrente Gesso. Al termine del ponte si va ancora a sinistra, seguendo la trafficata strada provinciale per circa 300 metri: al semaforo, si svolta a destra in via San Rocco, dirigendosi verso il centro di Andonno.

Si trovano un po' in tutto il paese: sono i murales raffiguranti gli antichi mestieri praticati dagli abitanti di Andonno, nati su iniziativa dei pittori Bruno e Paolo Giraudo. Sono ormai numerose le abitazioni ed anche gli edifici commerciali 1 con le facciate decorate da queste sapienti raffigurazioni.

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Poco prima di giungere alla Chiesa Confraternita di Santa Croce 10 di Andonno (731 m, 0:15 - 0:20 ore da Tetti Bandito) si va a sinistra in vico dello Svolto e poi, sempre a sinistra, in via Soprana.

Non si possono non notare, a monte del paese, i ruderi di una torre di avvistamento a pianta quadrata 3, di incerta datazione, risalente al XIII secolo secondo alcuni studi e fino a due secoli prima secondo altri, 'Castlas' è il nome che le viene attribuito dai locali. Lavori di restauro hanno posizionato all'interno della torre una struttura metallica a due piani alla quale è possibile accedere con ripide scalette.
Per arrivare alla torre bisogna percorrere Via Aradolo fino all'ultima casa del paese. Proprio di fronte a questa (utilizzare come riferimento un muretto in pietra a secco addossato alla roccia) parte una mulattiera che sale ripida a tornanti nel bosco fino ai piedi della torre.

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Si continua fino alla Cappella della Madonna del Gerbetto 11, dove la stradina asfaltata si biforca. Ci si tiene a sinistra, in via Madonna delle Grazie (segnavia N37); oltre un ponticello, si ignora il sentiero a destra per la Cima Saben e si prosegue innanzi.
La strada diventa sterrata poco più avanti: si sale dolcemente ignorando le diramazioni laterali e, quando la strada termina dividendosi in due tratturi, si prende quello di destra. Si sale in un piccolo castagneto, fino ad una curva a destra del tratturo. Qui, seguendo i paletti segnavia che proseguono diritti, si attraversa su traccia una piccola radura e si ritrova subito il sentiero appena rientrati nel bosco.
Si passa una passerella in legno su un piccolo rio e ci si immette su una mulattiera. La si segue verso sinistra, scendendo a fianco del letto del rio appena superato, e si raggiunge una strada sterrata.

Seguendo la sterrata verso sinistra, si giunge in poche decine di metri alle spalle di una grossa Opera fortificata del Vallo Alpino, l'Opera 8 arretrata di Andonno, costruita proprio a fianco della strada asfaltata per Valdieri.

Il Vallo Alpino in Valle Gesso prevedeva la costruzione di una terza linea difensiva di valle, incentrata su quattro Opere di tipo 15˙000: l'Opera 8 avanzata e l'Opera 8 arretrata in sinistra orografica, l'Opera 9 e l'Opera 10 in destra orografica, tutte indicativamente situate tra Andonno e Valdieri, nei pressi del bivio per Tetti Cialombard; le Opere sarebbero state protette anche da uno sbarramento anticarro all'altezza della Cappella di San Giovanni.
L'intera sistemazione difensiva non venne mai completata: alla fine del 1942 le l'Opera 8 avanzata e l'Opera 9 erano state parzialmente completate 78, l'Opera 8 arretrata poteva dirsi terminata, mentre i lavori all'Opera 10 erano rimasti a livello di scavi in roccia. Negli anni recenti, l'Opera 8 avanzata è stata quasi interamente distrutta dai lavori di scavo alla cava Cementir.
Vi è menzione di un unico conflitto a fuoco in cui le opere sono state coinvolte, tra tedeschi e partigiani, avvenuto verso la fine della guerra per vicende legate alle trattative per la liberazione della valle.

[Fortificazioni Valle Gesso, pp.217-219]

Si va a destra, in ripida salita sulla malandata carrareccia, e si entra nell'area di cava 12, ora abbandonata e divenuta Zona di Conservazione Speciale. Ci si immette su un'altra sterrata, decisamente in migliori condizioni, e si continua verso sinistra. Ora in leggera discesa si sfila ai piedi degli enormi gradoni di roccia della cava 13.

Nell'area ai piedi della Rocca San Giovanni era attiva, negli anni passati, una grande cava di ghiaia a cielo aperto: sugli enormi gradoni dell'ex sito estrattivo Cementir, che ancora segnano le pareti rocciose, il Parco ha attuato interventi per favorire la riproduzione di Papilio alexanor, una farfalla a rischio estinzione, in collaborazione con il WWF Svizzera e l'Università di Torino. La diffusione della pianta nota come prezzemolo falso (Ptychotis saxifraga), di cui si nutrono i bruchi della farfalla, la pulizia delle scarpate di cava tramite decespugliamento, la creazione di aree a suolo nudo necessarie alla specie, e l'eliminazione di piante esotiche e invasive, hanno trasformato la vecchia cava nell'habitat di elezione per Papilio alexanor.
Per favorire la visita dell'area è stato inaugurato nel 2016 "Sentiero delle Farfalle", 17 breve anello tra il centro di Valdieri e la ex cava; alla data del rilevamento il sentiero risultava in parte chiuso per il rischio di caduta massi. L'itinerario qui descritto inserisce il tratto percorribile del "Sentiero delle Farfalle" in un anello di più ampio respiro, che si snoda tra i paesi di Andonno e Valdieri.

[TargatoCN, Sentiero delle farfalle]

Papilio alexanor è una farfalla classificata in pericolo di estinzione dall'IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura). In Italia, questa bella farfalla si trova solo sulle Alpi Liguri e Marittime, ed i siti noti sono meno di cinque. Predilige habitat montagnosi, tra i 300 e i 1200 metri di quota, con presenza di rocce calcaree. Ha una sola generazione annuale con sfarfallamenti da giugno a fine luglio. Le femmine depongono le uova solo su Ptycotis saxifraga, pianta di cui si nutrono i bruchi fino alla loro trasformazione in crisalidi, a fine agosto-settembre. Lo svernamento avviene allo stadio di crisalide. Può essere confusa con il più comune Macaone (Papilio machaon), dal quale si distingue per le bande nere verticali quasi parallele sulle ali.

[Wikipedia, Papilio alexanor]
[IUCN, Papilio alexanor]
[Pannello informativo in loco]

Ad una biforcazione, si tiene il ramo di sinistra della sterrata che scende ancora con due curvoni. Si ignora a sinistra un raccordo sterrato (sbarra) con la strada provinciale, quindi ci si immette su un altro sterrato, anch'esso collegato alla vicina strada asfaltata, all'altezza della Cappella di San Giovanni, tra Andonno e Valdieri.
Si prosegue a destra, e si riprende a salire a fianco di un bel muretto a secco. Si arriva su una carrareccia più ampia, che serve un fondo privato, e si va a sinistra. La strada diventa asfaltata quasi subito, poiché ci si trova ormai nell'abitato di Valdieri, in via Guardia alla Frontiera.
In qualche minuto si giunge alla Necropoli di Valdieri 14, ubicata a destra, poco più in alto della sede stradale.

Tra il 1984 e il 2001, alcune campagne di scavo condotte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici, hanno portato alla luce una necropoli a cremazione nell'abitato di Valdieri. Sono stati recuperate 12 sepolture, incluso un cenotafio (urna priva delle ceneri del defunto), una tomba priva di urna, e tre strutture rituali. La necropoli è stata utilizzata nell'Età del Bronzo (1350-900 a.C.) e nell'Età del Ferro (625-475 a.C.). Parte della struttura muraria in pietra, realizzata nell'Età del Ferro, è ancora oggi visibile 6.
Nel centro di Valdieri, a Casa Lovera, è stato allestito un museo che espone le urne cinerarie 5 e gli oggetti in bronzo e in osso rinvenuti nella necropoli.

[Pannello informativo in loco]

Si lascia l'asfalto per visitare la minuscola area archeologica, poi si procede verso nord nord-est (segnavia N37B) al fondo del posteggio sterrato, dove sorge il Parco archeologico di Valdieri (797 m, 0:55 - 1:00 ore da Andonno), con le ricostruzioni di edifici e manufatti preistorici 15.

Nei pressi della necropoli è stato realizzato un Parco archeologico, comprendente una capanna 16, contestualizzata all'Età del Bronzo finale e all'ambiente montano, un recinto per gli animali ed una fornace per la cottura della ceramica in uso in Piemonte nell'Età del Ferro.

[Pannello informativo in loco]

Salendo oltre le varie capanne, si incontra un sentiero segnalato (segnavia N36A). Lo si segue verso sinistra, per pochi minuti, finché non ci si immette su una strada sterrata. Si volge a sinistra (segnavia N36) e si arriva su asfalto in via della Torre. La viuzza scende fino alla Cappella di San Giuseppe, dove bisogna svoltare a destra in via Principe Umberto.
Giunti in piazza Vittorio Emanuele, nel centro di Valdieri (784 m, 0:10 ore dal Parco archeologico di Valdieri), si svolta a sinistra fino a piazza Regina Elena 2, ove ha sede il Parco delle Alpi Marittime (fontana).
Attraversando il trafficato corso Dante Livio Bianco, si va ad imboccare, di fronte un po' a sinistra, via Guglielmo Marconi. Si scende in via Marconi ignorando tutte le diramazioni laterali (fontana a destra dopo piazzale Brigate Partigiane), si attraversa su un lungo ponte il Torrente Gesso e si arriva al termine dell'asfalto presso un allevamento di trote. Qui si continua leggermente a sinistra, si trascura la partenza del sentiero per il Passo del Van, e si arriva al vicino piazzale sterrato che ospita la Fontana dei Lausatier.

La "Fountano d'i lausatier" 4, affiancata da due panchine in pietra, di costruzione recente (1985), è legata alla realizzazione dell'acquedotto di Cialombard dal quale attinge l'acqua. La fontana è dedicata ai "Lausatier" (gli ardesai che lavoravano alle soprastanti cave per estrarre le "lose", grosse pietre piatte e sottili di norma impiegate nelle coperture dei tetti).

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Sempre tenendosi a sinistra, una bella strada sterrata (segnavia N37, chiusa al traffico veicolare) si allunga nel bosco in lieve discesa.

Circa 1,5 km dalla Fontana dei Lausatier, in fondo ad un prato poco sopraelevato a destra della strada, presso un grosso traliccio di un elettrodotto, un occhio attento potrà notare i blocchi da combattimento dell'Opera 9 del Vallo Alpino.

Con leggeri saliscendi, ora vicina al letto del Torrente Gesso ora poco più distante, la piacevole sterrata arriva nei pressi di Tetti Cialombard, dove si biforca: a sinistra si raggiungono le poche case della borgata, a destra si continua in direzione di Tetti Bandito.
Ci si tiene quindi a destra, arrivando a passare ai fianco di imponenti e verticali pareti di rocce calcaree, ai piedi delle quali si aprono gli ingressi di alcune cavità naturali, le Grotte del Bandito.

Le grotte rappresentano uno dei principali siti piemontesi per la presenza di Orso delle Caverne (Ursus spelaeus), animale di notevoli dimensioni che poteva raggiungere i 3 metri di altezza per 600 kg di peso.
Varie campagne di scavi hanno accertato la presenza nelle Grotte del Bandito 18 anche di frammenti di vasi ceramici databili tra l'Età del Bronzo e l'Età del Ferro (1200 - 475 a.C.). Di particolare interesse il ritrovamento di un coltellino in bronzo di probabile produzione villanoviana bolognese (databile all'VIII secolo a.C.), che testimonia lo sviluppo di contatti commerciali tra l'area emiliano-romagnola e le Alpi Occidentali attraverso l'asta del Tanaro.
Le grotte sono oggi parte della Rete Natura 2000 e sono un'area tutelata, ad accesso limitato e soggetto ad autorizzazione. La loro importanza in ambito naturalistico è legata allo svernamento ed estivazione di varie specie di pipistrelli (Rhinolophus hipposideros, Myotis bechsteinii, Barbastella barbastellus), oltreché per la presenza del Geotritone (Speleomantes strinatii) 9, raro anfibio privo di polmoni che respira attraverso la pelle.

[Pannello informativo in loco]
[Aree protette Alpi Marittime, Grotte del Bandito]

L'ingresso alle grotte è regolamentato: una piccola area protetta tutela infatti la nidificazione dei pipistrelli.

Superate le grotte, la strada continua in piano ancora per alcuni minuti, poi sale brevemente e svolta a destra, per raggiungere la piccola borgata di Tetti Bandito 19; con gli ultimi metri su asfalto, si scende ad attraversare il ponticello che riporta alla partenza dell'itinerario (710 m, 1:00 - 1:10 ore da Valdieri).

Accessi

Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Gesso fino ad Andonno dove si svolta a sinistra sul ponte che attraversa il Torrente Gesso. Oltre il ponte si svolta a destra per Roaschia e si lascia l'auto lungo la provinciale, in uno dei due posteggi a fianco del ponte che porta alla borgata di Tetti Bandito.

Note

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Pernottamento

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Cartografia

[Fra n.15] [AsF n.4] [Blu n.1] [IGC n.113] [IGC n.8]
I riferimenti dettagliati alle carte sono disponibili nella sezione Bibliografia.

Ultimo aggiornamento

Ultimo sopralluogo: Primavera 2021

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Zapata

lunedì 31 luglio 2023

[ 151.38.*.*]

Passeggiata facile e gradevole adatta alle famiglie. Se vi trovate all'ora di pranzo a Valdieri il bar in piazza oltre ad un ottimo gelato, prepara crepes buonissime

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10 - La Chiesa Confraternita di Santa Croce ad Andonno (2021)
10 - La Chiesa Confraternita di Santa Croce ad Andonno (2021)
3 - Il Castlas di Andonno (2007)
3 - Il Castlas di Andonno (2007)
5 - Urna cineraria proveniente dalla Necropoli di Valdieri ed esposto al museo di Casa Lovera (2011)
5 - Urna cineraria proveniente dalla Necropoli di Valdieri ed esposto al museo di Casa Lovera (2011)
6 - I resti dei muretti in pietra alla Necropoli di Valdieri (2011)
6 - I resti dei muretti in pietra alla Necropoli di Valdieri (2011)
8 - Corridoi interni all'Opera 9 del Vallo Alpino (2012)
8 - Corridoi interni all'Opera 9 del Vallo Alpino (2012)
4 - La Fontana dei Lausatier (2007)
4 - La Fontana dei Lausatier (2007)
7 - Una feritoia dell'Opera 9 del Vallo Alpino, presso Tetti Cialombard (2012)
7 - Una feritoia dell'Opera 9 del Vallo Alpino, presso Tetti Cialombard (2012)
18 - L'interno di una cavità delle Grotte del Bandito (2021)
18 - L'interno di una cavità delle Grotte del Bandito (2021)
16 - L'interno della grossa capanna al Parco archeologico di Valdieri (2021)
16 - L'interno della grossa capanna al Parco archeologico di Valdieri (2021)
9 - Il Geotritone di Strinati (<i>Speleomantes strinatii</i>, fotografato in un sito della Valle Tanaro) (2017)
9 - Il Geotritone di Strinati (Speleomantes strinatii, fotografato in un sito della Valle Tanaro) (2017)
11 - La Cappella della Madonna del Gerbetto (2021)
11 - La Cappella della Madonna del Gerbetto (2021)
1 - Un dipinto murale raffigurante il panettiere, ad Andonno (2007)
1 - Un dipinto murale raffigurante il panettiere, ad Andonno (2007)
12 - L'ingresso nell'ex area di cava (2021)
12 - L'ingresso nell'ex area di cava (2021)
2 - La Fontana della Bela Rosin e del Caprone a Valdieri (2007)
2 - La Fontana della Bela Rosin e del Caprone a Valdieri (2007)
13 - I gradoni nella ex cava di ghiaia Cementir (2021)
13 - I gradoni nella ex cava di ghiaia Cementir (2021)
17 - Un <i>macaone</i>, ben più comune del protetto <i>Papilio alexanor</i> (2021)
17 - Un macaone, ben più comune del protetto Papilio alexanor (2021)
14 - L'area della Necropoli di Valdieri (2021)
14 - L'area della Necropoli di Valdieri (2021)
19 - Tetti Bandito (2021)
19 - Tetti Bandito (2021)
15 - Il Parco archeologico di Valdieri (2021)
15 - Il Parco archeologico di Valdieri (2021)